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Pecore elettriche e apocalissi nucleari

L’epoca d’oro della science-fiction: gli anni ’50 e ’60

 

Il secondo dopoguerra e poi il clima di tensione della Guerra Fredda alimentarono il fascino ed il successo di alcuni temi che già il racconto fantastico ottocentesco o la proto-fantascienza di inizio secolo avevano inaugurato: la fine del mondo, l’automa e l’intelligenza artificiale, il rapporto tra scienza ed etica, l’esplorazione dell’ignoto. Queste tematiche, che in Mary Shelley, E.T.A. Hoffmann, H.G. Wells e molti altri erano già straordinariamente mature, tra gli anni Cinquanta e Sessanta giunsero ad un livello di diffusione mai prima raggiunto e, contemporaneamente, conobbero declinazioni molto particolari, spesso dettate dal clima culturale e dalle paure sociali che le circondavano dimostrandosi, non di rado, in anticipo sui tempi.

Ovviamente il timore di una guerra atomica e la corsa agli armamenti incisero particolarmente sulla costruzione di immagini desolate della Terra. A tale costruzione concorse però anche un generale e più sotterraneo approccio critico alla scienza intesa come dominio della Natura. Nella fantascienza di autori come Ray Bradbury o Philip K. Dick la colonizzazione di Marte o di altri pianeti si lascia spesso alle spalle una Terra desertica e spogliata di tutte le sue risorse naturali e gli esseri umani che si traferiscono nelle nuove colonie vivono esistenze grigie, ammansite dalle droghe o dai nuovi e intorpidenti mass media: reality show, realtà virtuali, dipendenze digitali sono tutte tematiche che questi scrittori anticipano con intuizioni straordinarie.

I romanzi di fantascienza paiono realizzare all’interno delle loro narrazioni di conquista ed esplorazione la frase pronunciata da Cecil Rhodes, governatore britannico della Rhodesia a fine Ottocento, che Hannah Arendt scelse come esergo per L’imperialismo, seconda parte de Le origini del totalitarismo:

“Annetterei i pianeti se potessi”

Sotto questa luce, anche i romanzi di Isaac Asimov e di Arthur C. Clarke, i grandi narratori delle fondazioni e delle esplorazioni, vanno interpretati come interrogativi posti nei confronti dell’idea di un progresso continuo e lineare. D’altronde anche le altre due grandi tematiche del romanzo di fantascienza, vale a dire da una parte il robot, l’intelligenza artificiale, l’androide, e dall’altra l’incontro con l’alieno, nascondono importanti domande sul rapporto dell’essere umano con l’alterità e sulla presunta superiorità della nostra specie.

 

≡ Sul sito di Raiplay è disponbile il documentario: Philip K. Dick - Fantascienza e pseudomondi 

 

 

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Trovati 3 documenti.

Era una gioia appiccare il fuoco. I racconti di Fahrenheit 451
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Bradbury, Ray - Albright, Donn - Eller, Jon - Lippi, Giuseppe

Era una gioia appiccare il fuoco. I racconti di Fahrenheit 451

Mondadori, 24/09/2012

Abstract: Fahrenheit 451, il capolavoro di Ray Bradbury e forse di tutta la fantascienza del Ventesimo secolo, è divenuto parte dell'immaginario del nostro tempo. In questo libro rivive quel romanzo: sedici racconti che condividono temi e sentimenti di Fahrenheit 451, comprese le due versioni preparatorie Molto dopo mezzanotte, del tutto inedito in Italia, e Il pompiere. Era una gioia appiccare il fuoco ricostruisce così, attraverso il mosaico dei racconti, la vita di un'idea poetica, di una concezione letteraria profondamente radicata nella nostra cultura, quella della persecuzione e distruzione della fantasia da parte del potere. Al centro di tutto è il libro, che assurge a emblema della libertà di pensiero e di scelta. Un oggetto che diventa mito fecondo, capace insieme di preservare la memoria dell'età dell'oro e di presagire la catastrofe. Tra i sedici testi qui raccolti, numerosi classici come Torre di fuoco, I maghi folli di Marte, Maschere pazze, Il sorriso, Lo spazzino e altrettanti racconti recenti o inediti: Il reincarnato, La biblioteca, Il Falò o lo struggente Prima dell¿alba, cioè i vari capitoli di una narrazione unica, sorprendente e ammaliante. Ray Bradbury (Waukegan, Illinois, 1920), narratore e sceneggiatore cinematografico, ha rinnovato il genere fantascientifico introducendovi elementi lirici e di protesta. Dal suo romanzo Fahrenheit 451 François Truffaut ha tratto un film diventato culto. Fra le altre sue opere pubblicate negli Oscar ricordiamo Addio all'estate, L'Albero di Halloween, Il cimitero dei folli, Constance contro tutti, Cronache marziane, Il grande mondo laggiù, Io canto il corpo elettrico!, Paese d'ottobre, Il popolo dell'autunno, Tangerine, Troppo lontani dalle stelle e Viaggiatore del tempo. 686

Ora e per sempre
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Bradbury, Ray

Ora e per sempre

Mondadori, 02/10/2012

Abstract: Ora e per sempre raccoglie due racconti che rappresentano, ciascuno in modo differente, il cuore della poetica di Ray Bradbury, maestro dall'incomparabile talento e dall'irrefrenabile creatività, che con i suoi romanzi ha trasformato il paesaggio letterario americano. In Da qualche parte suona un¿orchestrina uno scrittore è attirato da poesie e da sogni nel minuscolo villaggio di Summerton, Arizona, dove non ci sono bambini piccoli e i cui abitanti sembrano non invecchiare mai. Ipnotizzato dalla fortissima magia rurale e da una bellissima ed enigmatica donna che porta il nome di una regina egizia, lo scrittore scoprirà ben presto che la comunità nasconde un segreto, tramandato per secoli all'insaputa del resto dell'umanità. Un segreto che ha a che fare con i libri e le storie, e che va svelato prima dell'arrivo di una spietata distruzione. Con Leviatano '99, Bradbury ritorna nel cosmo per reinventare il capolavoro di Herman Melville, incentrato su ossessioni e mari aperti, trasformando la grande balena in una cometa divoratrice di mondi. Nell'anno 2099, l'astronauta fuggiasco Ismaele Jones sale a bordo del Cetus 7, e affida il proprio destino nelle mani di un folle capitano che caccia alla cieca la coda del mostro celeste. E nel vuoto impietoso, una ciurma di viaggiatori terrestri e alieni dovrà fronteggiare un giudizio divino e un "nemico" che dispone della più spaventosa delle armi: il Tempo...

L'ultimo teorema
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Pohl, Frederick - Clarke, Arthur C. - Staglianò Della Rossa, Flora

L'ultimo teorema

Mondadori, 09/10/2012

Abstract: Un uomo non potrà mai volare nello spazio, dicevano i saccenti. Negli stessi anni, e per lo stesso motivo, decretarono che un'astronave non potesse atterrare in Italia. Invece l'astronave Ares atterrò, "prima nave di linea regolare tra i pianeti", e cambiò tutto. Era quella del n. 1 dei "Romanzi di Urania", scesa su di noi il 10 ottobre 1952. Oggi, a sessant'anni di distanza e quasi 1600 numeri dopo, l'ultimo romanzo di Arthur Clarke - scritto in collaborazione con Frederik Pohl - viene a festeggiare degnamente il nostro anniversario. E se qualcuno si chiedesse: "Ma che teorema mi hai fatto?", gli risponderemmo che si tratta del celebre teorema di Fermat, e che un giovane matematico dello Sri Lanka è il primo ad averne scoperto la dimostrazione originale. Mentre ai danni della Terra, strisciante e insidiosa, si prepara l'invasione aliena...