In attesa di ascoltare dal vivo, a Mantova, gli scrittori ospiti del Festivaletteratura (7-11 settembre 2022) vi proponiamo alcuni titoli tra quelli letti dai gruppi di lettura delle Biblioteche della Provincia di Mantova.

 

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Trovati 3 documenti.

Il libro delle mie vite
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Hemon, Aleksandar - Balmelli, Maurizia

Il libro delle mie vite

Einaudi, 15/10/2013

Abstract: È un'esistenza inimmaginabile fuori dai confini della letteratura quella che Hemon ci consegna in questo libro: troppo densa e straordinaria per essere declinata al singolare. Nelle sue vite la realtà esplode a ogni passo; lo sorprende, sconvolge, supera. Eppure lui la sa ricomporre in una serie di testi autobiografici riuniti secondo un'intima cronologia che li rende ancora piú eloquenti e interrelati. Dalla nascita della sorella, che lo costringe a rivedere i confini del proprio io, alla scoperta del mondo oltre i confini della "terra promessa del socialismo" durante uno sfortunato quanto esilarante viaggio in Italia; dai progetti magniloquenti e ingenuamente sovversivi partoriti con un gruppo di artistoidi nella Sarajevo socialista, allo shock di vedere il proprio mentore trasformarsi in mostruoso braccio destro di Karadzic; da un soggiorno di studio negli Stati Uniti divenuto esilio involontario, al ritorno nella Sarajevo post-assedio dove "era tutto straordinariamente diverso da quello che avevo conosciuto e tutto straordinariamente uguale a prima" - in ciascuna di queste stazioni Hemon tallona il proprio vissuto, orchestrando una cosmogonia di personaggi (fumettisti serbi in preda al panico da palcoscenico, taxisti rovinati dal vizio degli scacchi, calciatori animati da una vocazione apostolica) che con la loro forza terrena controbilanciano un orizzonte impietoso, e dai quali distilla una dimensione narrativa che gli consente di "estendere se stesso" e forse di "capire quello che mi è difficile capire". Lo strumento primo di conoscenza per Hemon resta però la lingua. E qui la lingua è intransigente, informa il caos, disegna simmetrie sottili; non per una preoccupazione estetica, bensí con l'intento di stabilire connessioni, fare emergere analogie tra mondi e persone differenti. A essa, giunto all'ultima stazione, l'autore si affida nel tentativo di comunicare un'esperienza per cui ottusamente diciamo che "mancano le parole"; e quando quelle esatte e gelide della medicina sembrano non bastare piú, quando il dolore lo spinge ad ammettere che "ciò che è difficile da immaginare è difficile da ricordare", il racconto si allenta e scioglie nel linguaggio della pura empatia. Maurizia Balmelli *** "Il libro delle mie vite è scritto con la forza irreprimibile dell'umano. Vi farà riflettere, ridere, piangere, e ricordarvi di voi. Se non avete mai letto Hemon, preparatevi a lasciare che la vostra visione del mondo si spalanchi". Jonathan Safran Foer *** "Diciamocelo, Aleksandar Hemon è il piú grande scrittore della nostra generazione". Colum McCann

 Quel che resta della vita
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Libri Moderni

Shaleṿ, Tseruyah

Quel che resta della vita / Zeruya Shalev ; traduzione dall'ebraico di Elena Loewenthal

Milano : Feltrinelli, 2013

Narratori ;

Abstract: Per Hemda Horowitz è tempo di bilanci. Cos'è stato tutto? Qual era la cosa giusta da fare? Come sarà il resto della vita? Da un letto di ospedale, circondata dai due figli a cui ha dato un amore diseguale, la donna ripercorre i ricordi della propria esistenza, ma è il rapporto dell'anziana madre con Dina e Avner il vero cuore del romanzo: se con la figlia ha un legame faticoso e conflittuale, per il figlio prova una sorta di adorazione. Avner è un avvocato che combatte per i diritti delle minoranze, un uomo angosciato, frustrato sul lavoro, tormentato dalla propria inettitudine sentimentale. Dina cerca di essere una madre opposta a quella che ha avuto. Sposata con un fotografo schivo e di poche parole, ha messo da parte la carriera per stare accanto alla figlia adolescente Nitzan. Ma quando quest'ultima si allontana, in Dina si spalanca un vuoto che riempie con il desiderio di accogliere un bambino abbandonato, desiderio che incontra la netta contrarietà della famiglia. Zeruya Shalev non ha paura dei grandi temi, la solitudine, l'amore, la paura, la morte, e con Quel che resta della vita ha scritto il suo romanzo più maturo, una toccante esplorazione della vecchiaia, dei difficili rapporti tra genitori e figli, tra fratelli, tra partner, e ci lascia un messaggio potente di speranza, sul potere catartico dell'amore e sulla possibilità di lasciarsi dietro i fantasmi del passato e vivere fino in fondo quel che resta della nostra vita.

Quel che resta della vita
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Shalev, Zeruya

Quel che resta della vita

Feltrinelli Editore, 22/01/2013

Abstract: Per Hemda Horowitz è tempo di bilanci. Cos'è stato tutto? Qual era la cosa giusta da fare? Come sarà il resto della vita? Da un letto di ospedale, circondata dai due figli a cui ha dato un amore diseguale, la donna ripercorre i ricordi della propria esistenza, ma è il rapporto dell'anziana madre con Dina e Avner il vero cuore del romanzo: se con la figlia ha un legame faticoso e conflittuale, per il figlio prova una sorta di adorazione. Avner è un avvocato che combatte per i diritti delle minoranze, un uomo angosciato, frustrato sul lavoro, tormentato dalla propria inettitudine sentimentale. Dina cerca di essere una madre opposta a quella che ha avuto. Sposata con un fotografo schivo e di poche parole, ha messo da parte la carriera per stare accanto alla figlia adolescente Nitzan. Ma quando quest'ultima si allontana, in Dina si spalanca un vuoto che riempie con il desiderio di accogliere un bambino abbandonato, desiderio che incontra la netta contrarietà della famiglia e la costringe in un vicolo cieco che minaccia di distruggere tutto ciò che in realtà vuole salvare.Zeruya Shalev non ha paura dei grandi temi - la solitudine, l'amore, la paura, la morte - e con Quel che resta della vita ha scritto il suo romanzo più maturo, una toccante esplorazione della vecchiaia, dei difficili rapporti tra genitori e figli, tra fratelli, tra partner, e ci lascia un messaggio potente di speranza, sul potere catartico dell'amore e sulla possibilità di lasciarsi dietro i fantasmi del passato e vivere fino in fondo quel che resta della nostra vita."Un'avventura della psiche che appassiona fino alle ultime pagine del libro quando l'autrice mette insieme i fili dell'intreccio in un trionfo d'amore che toglie il fiato." Frankfurter Allgemeine Zeitung"Leggere un romanzo di Zeruya Shalev significa non muoversi dalla sedia fino a quando non avete finito il libro." Haaretz"Come forse nessun'altra autrice, Zeruya Shalev riesce ancora e ancora a illuminare le fragili dinamiche delle relazioni interpersonali. Nessuno scrive in maniera così onesta dell'amore e dei suoi indecifrabili lati oscuri." Sächsische Zeitung"Un romanzo potente sul potere della riconciliazione." Elle