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Raccontare la guerra. Storie per bambini e ragazzi

Laggiù, dove Johnny viene mandato a combattere, può essere ovunque: immaginatelo coperto dalle sabbie del deserto, o dalla giungla tropicale; immaginatelo bruciato dal sole o flagellato dalle piogge torrenziali del monsone; immaginatelo popolato da contadini chini a lavorare in mezzo all’acqua delle risaie o alle stoppie della savana; oppure da pastori coi greggi inerpicati sul crinale delle montagne … Come vi pare: ci sarà sempre, nella realtà, un Laggiù che corrisponde a quello che avete immaginato. Purtroppo.
Tutti i diversi Laggiù che potete immaginare hanno però una caratteristica comune: sono paesi poveri, abitati da gente povera, e c’è una guerra.
(…) Le chiamano guerre dimenticate perché non se ne sa niente, due righe ogni tanto nelle pagine interne dei quotidiani. A meno che in una di queste guerre, per un qualche motivo, non sia direttamente impegnato un paese importante, cioè ricco, e allora questa guerra avrà l’onore della prima serata TV e allora di questa guerra –apparentemente – sapremo tutto.

(F. D’Adamo, Johnny il Seminatore, Fabbri 2005)
 
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× Target di lettura Ragazzi, età 11-15
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× Soggetto Hasan, Zubaida

Trovati 1 documenti.

La danzatrice bambina
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Libri Moderni

Flacco, Anthony

La danzatrice bambina / Anthony Flacco ; traduzione di Paola Conversano

2. ed

Casale Monferrato : Piemme bestseller, 2008

Piemme bestseller ; 36

Abstract: Questo non è il racconto dell'onda furiosa della Grande Storia sul destino di un popolo. Non solo questo. È una storia piccola, che ha il nome e il volto di una bambina. Zubaida vive nel deserto dell'Afghanistan, in un villaggio che la guerra al terrore non ha ancora travolto. Ha nove anni. Non sa niente del mondo oltre il suo villaggio, poco della travagliata storia del suo paese, dei cingolati dell'Armata Rossa, della lotta dei mujaheddin, del regime dei talebani che ha proibito anche gli aquiloni, degli elicotteri con la bandiera a stelle e strisce. Cammina danzando, a piedi nudi, al ritmo di una musica che le suona dentro. Ma non dopo quel giorno. Non da quando un terribile incidente le ha ustionato le mani, il viso, il corpo. Da allora, la musica si è spenta. In un paese privo della più elementare assistenza medica, e in cui la vita di una figlia femmina vale ben poco, non sembra una fortuna che Zubaida sia sopravvissuta. Ma non per suo padre, non per l'ostinata determinazione di un uomo disposto a tutto pur di non arrendersi. Dovesse camminare fino all'inferno per salvare quella bambina ferita, piagata, fasciata in mille bende, che ora urla per affermare la propria esistenza. Fino ai campi militari degli americani, con le loro regole incomprensibili. Fino a oltrepassare la linea di demarcazione tra due culture, tra loro e gli altri. Perché Zubaida possa tornare a danzare al ritmo della sua musica.