Il fulcro del romanzo consiste nel tentativo di vendetta del protagonista nei confronti dell'uomo di colore che incolpa della morte del padre, arrivando ad unirsi ad un gruppo che compie azioni raziali per raggiungere questo scopo. La scena con cui lui esegue per la prima volta gli ordini del capo di questo gruppo è una delle più forti, secondo me la migliore, di tutto il romanzo, perché è quella che meglio incarna l'odio raziale e il pericolo delle minoranze che vi sono esposte. Alex, il protagonista, rimane profondamente sconvolto da quest'episodio, ma il suo desiderio di vendetta supera queste sue emozioni. È questo il vero motivo per cui il protagonista decide di entrare a far parte di un simile gruppo: vuole vendicare suo padre. Il fatto che l'uomo a cui il protagonista dà la caccia sia di colore è qualcosa che non condiziona il pensiero di Alex, lui stesso afferma che non gli importi del colore della pelle dell'uomo a cui lui dà la caccia. Il libro, dunque, non porta il punto di vista del carnefice, non racconta di un ragazzo razzista che cambia opinione al riguardo; ma di un ragazzo disposto a tutto pur di raggiungere il proprio scopo, cambiando poi idea col tempo. Per questo motivo questo libro, più che essere incentrato sul razzismo, parla della maturazione e della crescita personale del protagonista. È da considerare più un romanzo di formazione, che un romanzo sul tema del razzismo. Nel libro, infatti, questo fenomeno fa solo da sfondo alle vicende di Alex e non viene giustamente approfondito. Data la premessa iniziale, avrei preferito che la storia parlasse di un ragazzo effettivamente razzista, magari già membro di una banda, che poi cambia completamente idea. Sarebbe stato più interessate anche per capire nel dettaglio come agiscono questi gruppi raziali. Invece ho trovato che quest’ultimo aspetto fosse quasi completamente assente.
Per quanto riguarda i personaggi secondari, nessuno di essi mostra di aver compiuto una crescita o uno sviluppo nel corso della storia, a parte, forse, un coetaneo del protagonista.
La trama, in realtà, non presenta problemi, è semplice e adatta al target del pubblico cui si rivolge il romanzo. Non si distoglie mai da quello che è il centro della storia.
La scrittura è focalizzata sul tentare di imitare il linguaggio degli adolescenti di oggi, sia nei dialoghi sia nei pensieri del protagonista, ma ho reso il libro poco scorrevole e i dialoghi non sono realistici: molti termini non sono più presenti nel linguaggio gergale ormai da qualche anno e nessuno dei ragazzi di oggi parla come i personaggi del libro, perciò non credo che si sia riusciti in questo intento.
In poche parole, consiglio questo libro anche ai lettori deboli (non ci sono molte pagine), ma lo farei leggere a coloro che cercano un romanzo di formazione o vuole solo avere un’infarinatura per quanto riguarda il fenomeno del razzismo, per poi approfondire il problema in seguito.
Gai Cobelli, 4asu, Liceo C. Montanari
“leggere on the road”- progetto PCTO con Biblioteca Civica Ragazzi, settembre 2021
Dark Web racconta di una ragazzina caduta vittima delle manipolazioni di uno sconosciuto incontrato online e delle azioni svolte da chi, invece, tenta di salvare i ragazzini come lei, che ignorano e o fingono di non conoscere i pericoli del web, in particolare dei social.
La protagonista del libro, Eva, rifugge la realtà a lei circostante e si rifugia all'interno dei social, per guardare a questi come un futuro a portata di mano a cui aspirare. Questa sua concezione ingenua dei social viene resa ancora più evidente nel momento in cui conosce, e si fida ciecamente, di un ragazzo conosciuto su internet che le promette di realizzare tutti i suoi desideri. Ho trovato che questa dinamica di incontro tra la protagonista l'antagonista fosse forzata, soprattutto per la rapidità con cui lei si è lanciata in questa dannosa relazione. Mi sarebbe piaciuto vedere meglio il modo in cui si sviluppava ed evolveva il rapporto tra i due, mentre trovo che non si sia dato sufficiente spazio a questo aspetto, sebbene sia una delle parti più consistenti del romanzo.
Ho trovato forzato anche il perseverare della protagonista nel fidarsi del personaggio che l'aveva raggirata. Questa fiducia, oltre a non essere realistica (secondo me), non ha ragion d'essere nemmeno dal punto di vista narrativo e non si addice al rapporto scheletrico tra i due personaggi.
Ad essermi piaciuti particolarmente sono stati i capitoli in cui si raccontava del poliziotto incaricato di infiltrarsi all'interno del Dark Web, nei quali si spiegava come agiscono i personaggi che vanno ad utilizzare le foto e i video condivisi su internet per scopi malvagi. Ho trovato che il modo semplice e diretto con cui si sono raccontati questi fenomeni sia stato molto suggestivo, e mi ha inquietato molto.
Gli altri personaggi, quelli che si rapportano con Eva nel mondo reale, li ho trovati piuttosto piatti e poco caratterizzati nel romanzo, ma si tratta di un difetto su cui si può soprassedere: la loro funzione è soprattutto quella di fare da contorno alla vicenda.
Per quanto riguarda la trama, non mi è piaciuto il fato che si sia tentato di dare una connotazione da romanzo giallo, mi è sembrato che si togliesse tempo inutile allo sviluppo dei personaggi e il fatto che si tratti di una lettura molto breve rende ancora più ampio lo spazio sottratto a quello che avrebbe dovuto essere il fulcro della storia.
Nel complesso si tratta di una lettura per ragazzi che può essere letta sia da lettori deboli che da lettori forti, ma che non approfondisce troppo l'argomento e dà solo un'infarinatura su un argomento che sarebbe da approfondire in seguito.
Gaia Cobelli, 4asu, Liceo c. Montanari
"leggere on the road"- progetto PCTO con la Biblioteca civica Ragazzi, settembre 2021
Il libro comincia con un breve racconto della nascita di Oliver Twist, il protagonista, per poi raccontare nell'arco di pochi capitoli le sofferenze che lui e gli altri bambini dell'orfanotrofio in cui vive sono costretti a sopportare a causa della crudeltà e delle mancanze di cure degli adulti che lavorano all'orfanotrofio. Le punizioni a cui verrà sottoposto il protagonista fanno provare al lettore un senso di empatia nei suoi confronti e, per la mia esperienza personale, sono stati i capitoli migliori di tutto il romanzo. Successivamente si racconteranno le disavventure e gli incontri di Oliver al di fuori dell'orfanotrofio e dei pericoli cui, più volte, andrà incontro. Questa seconda parte del libro vedrà come protagonisti anche altri personaggi oltre ad Oliver; cosa che, in certi momenti, mi ha distolto da quella che doveva essere la storia principale, ovvero la storia di questa bambino, costretto a sopravvivere in un mondo di adulti che non ha alcun riguardo per i ragazzini, visti solo come un peso nella società.
La maggior parte degli adulti presenti nel romanzo (anche se non tutti), spesso vanno ad approfittarsi dei bambini, trattandoli più come strumenti da cui trarre vantaggio, piuttosto che esseri umani aventi una propria volontà, cosa purtroppo tipica del tempo.
Uno dei meriti di Dickens è, infatti, quello di aver rappresentato fedelmente la società del suo tempo e mostrato un punto di vista nuovo, non più incentrato sull'imprenditore già inserito con successo nella società, ma piuttosto quello di bambini in condizioni di povertà estrema che cercano ogni espediente con cui sopravvivere.
Un aspetto poco realistico in Dickens, tuttavia, è il fatto che lui abbia descritto personaggi o completamente buoni o interamente malvagi, almeno per quanto riguarda gli adulti che circondano il protagonista, quando nella vita reale le motivazioni dietro le azioni altrui sono molto più complesse.
In sintesi, si tratta di una lettura importante su cui si possono fare diverse riflessioni. Per questo motivo, la consiglio soprattutto ai lettori forti.
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R: Black Boys - Gabriele Clima
Il fulcro del romanzo consiste nel tentativo di vendetta del protagonista nei confronti dell'uomo di colore che incolpa della morte del padre, arrivando ad unirsi ad un gruppo che compie azioni raziali per raggiungere questo scopo. La scena con cui lui esegue per la prima volta gli ordini del capo di questo gruppo è una delle più forti, secondo me la migliore, di tutto il romanzo, perché è quella che meglio incarna l'odio raziale e il pericolo delle minoranze che vi sono esposte. Alex, il protagonista, rimane profondamente sconvolto da quest'episodio, ma il suo desiderio di vendetta supera queste sue emozioni. È questo il vero motivo per cui il protagonista decide di entrare a far parte di un simile gruppo: vuole vendicare suo padre. Il fatto che l'uomo a cui il protagonista dà la caccia sia di colore è qualcosa che non condiziona il pensiero di Alex, lui stesso afferma che non gli importi del colore della pelle dell'uomo a cui lui dà la caccia. Il libro, dunque, non porta il punto di vista del carnefice, non racconta di un ragazzo razzista che cambia opinione al riguardo; ma di un ragazzo disposto a tutto pur di raggiungere il proprio scopo, cambiando poi idea col tempo. Per questo motivo questo libro, più che essere incentrato sul razzismo, parla della maturazione e della crescita personale del protagonista. È da considerare più un romanzo di formazione, che un romanzo sul tema del razzismo. Nel libro, infatti, questo fenomeno fa solo da sfondo alle vicende di Alex e non viene giustamente approfondito. Data la premessa iniziale, avrei preferito che la storia parlasse di un ragazzo effettivamente razzista, magari già membro di una banda, che poi cambia completamente idea. Sarebbe stato più interessate anche per capire nel dettaglio come agiscono questi gruppi raziali. Invece ho trovato che quest’ultimo aspetto fosse quasi completamente assente.
Per quanto riguarda i personaggi secondari, nessuno di essi mostra di aver compiuto una crescita o uno sviluppo nel corso della storia, a parte, forse, un coetaneo del protagonista.
La trama, in realtà, non presenta problemi, è semplice e adatta al target del pubblico cui si rivolge il romanzo. Non si distoglie mai da quello che è il centro della storia.
La scrittura è focalizzata sul tentare di imitare il linguaggio degli adolescenti di oggi, sia nei dialoghi sia nei pensieri del protagonista, ma ho reso il libro poco scorrevole e i dialoghi non sono realistici: molti termini non sono più presenti nel linguaggio gergale ormai da qualche anno e nessuno dei ragazzi di oggi parla come i personaggi del libro, perciò non credo che si sia riusciti in questo intento.
In poche parole, consiglio questo libro anche ai lettori deboli (non ci sono molte pagine), ma lo farei leggere a coloro che cercano un romanzo di formazione o vuole solo avere un’infarinatura per quanto riguarda il fenomeno del razzismo, per poi approfondire il problema in seguito.
Gai Cobelli, 4asu, Liceo C. Montanari
“leggere on the road”- progetto PCTO con Biblioteca Civica Ragazzi, settembre 2021
Dark web - Sara Magnoli
Dark Web racconta di una ragazzina caduta vittima delle manipolazioni di uno sconosciuto incontrato online e delle azioni svolte da chi, invece, tenta di salvare i ragazzini come lei, che ignorano e o fingono di non conoscere i pericoli del web, in particolare dei social.
La protagonista del libro, Eva, rifugge la realtà a lei circostante e si rifugia all'interno dei social, per guardare a questi come un futuro a portata di mano a cui aspirare. Questa sua concezione ingenua dei social viene resa ancora più evidente nel momento in cui conosce, e si fida ciecamente, di un ragazzo conosciuto su internet che le promette di realizzare tutti i suoi desideri. Ho trovato che questa dinamica di incontro tra la protagonista l'antagonista fosse forzata, soprattutto per la rapidità con cui lei si è lanciata in questa dannosa relazione. Mi sarebbe piaciuto vedere meglio il modo in cui si sviluppava ed evolveva il rapporto tra i due, mentre trovo che non si sia dato sufficiente spazio a questo aspetto, sebbene sia una delle parti più consistenti del romanzo.
Ho trovato forzato anche il perseverare della protagonista nel fidarsi del personaggio che l'aveva raggirata. Questa fiducia, oltre a non essere realistica (secondo me), non ha ragion d'essere nemmeno dal punto di vista narrativo e non si addice al rapporto scheletrico tra i due personaggi.
Ad essermi piaciuti particolarmente sono stati i capitoli in cui si raccontava del poliziotto incaricato di infiltrarsi all'interno del Dark Web, nei quali si spiegava come agiscono i personaggi che vanno ad utilizzare le foto e i video condivisi su internet per scopi malvagi. Ho trovato che il modo semplice e diretto con cui si sono raccontati questi fenomeni sia stato molto suggestivo, e mi ha inquietato molto.
Gli altri personaggi, quelli che si rapportano con Eva nel mondo reale, li ho trovati piuttosto piatti e poco caratterizzati nel romanzo, ma si tratta di un difetto su cui si può soprassedere: la loro funzione è soprattutto quella di fare da contorno alla vicenda.
Per quanto riguarda la trama, non mi è piaciuto il fato che si sia tentato di dare una connotazione da romanzo giallo, mi è sembrato che si togliesse tempo inutile allo sviluppo dei personaggi e il fatto che si tratti di una lettura molto breve rende ancora più ampio lo spazio sottratto a quello che avrebbe dovuto essere il fulcro della storia.
Nel complesso si tratta di una lettura per ragazzi che può essere letta sia da lettori deboli che da lettori forti, ma che non approfondisce troppo l'argomento e dà solo un'infarinatura su un argomento che sarebbe da approfondire in seguito.
Gaia Cobelli, 4asu, Liceo c. Montanari
"leggere on the road"- progetto PCTO con la Biblioteca civica Ragazzi, settembre 2021
Oliver Twist - Charles Dickens
Il libro comincia con un breve racconto della nascita di Oliver Twist, il protagonista, per poi raccontare nell'arco di pochi capitoli le sofferenze che lui e gli altri bambini dell'orfanotrofio in cui vive sono costretti a sopportare a causa della crudeltà e delle mancanze di cure degli adulti che lavorano all'orfanotrofio. Le punizioni a cui verrà sottoposto il protagonista fanno provare al lettore un senso di empatia nei suoi confronti e, per la mia esperienza personale, sono stati i capitoli migliori di tutto il romanzo. Successivamente si racconteranno le disavventure e gli incontri di Oliver al di fuori dell'orfanotrofio e dei pericoli cui, più volte, andrà incontro. Questa seconda parte del libro vedrà come protagonisti anche altri personaggi oltre ad Oliver; cosa che, in certi momenti, mi ha distolto da quella che doveva essere la storia principale, ovvero la storia di questa bambino, costretto a sopravvivere in un mondo di adulti che non ha alcun riguardo per i ragazzini, visti solo come un peso nella società.
La maggior parte degli adulti presenti nel romanzo (anche se non tutti), spesso vanno ad approfittarsi dei bambini, trattandoli più come strumenti da cui trarre vantaggio, piuttosto che esseri umani aventi una propria volontà, cosa purtroppo tipica del tempo.
Uno dei meriti di Dickens è, infatti, quello di aver rappresentato fedelmente la società del suo tempo e mostrato un punto di vista nuovo, non più incentrato sull'imprenditore già inserito con successo nella società, ma piuttosto quello di bambini in condizioni di povertà estrema che cercano ogni espediente con cui sopravvivere.
Un aspetto poco realistico in Dickens, tuttavia, è il fatto che lui abbia descritto personaggi o completamente buoni o interamente malvagi, almeno per quanto riguarda gli adulti che circondano il protagonista, quando nella vita reale le motivazioni dietro le azioni altrui sono molto più complesse.
In sintesi, si tratta di una lettura importante su cui si possono fare diverse riflessioni. Per questo motivo, la consiglio soprattutto ai lettori forti.