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Da un articolo di Claudio Vercelli su il manifesto del 22 marzo 2020, "Le parole costituenti dell'emergenza", prendiamo ispirazione per indagare i motivi dell'adesione a idee scientificamente o storicamente false (fake news) e il valore che questa adesione viene ad assumere nella vita quotidiana e sociale delle persone.
Non c'è nulla più contagioso del falso. Non è una epidemia di stupidità bensì una manifestazione di necessità. Poiché risulta maggiormente accomodante della dura realtà che, spesso – invece – offre ben poche consolazioni.
Affinché una menzogna possa vivere, e diffondersi, occorre che ci sia non solo chi la produce ma, ancora di più, coloro che sono disposti ad accoglierla. In altre parole, richiede un pubblico disposto ad accoglierla. Altrimenti, muore di inedia. Come le infezioni virali e batteriche. La qualcosa non implica solo la credulità ma anche e soprattutto il bisogno di identificarsi in qualcosa che viene detto, non importa se verificabile o meno, per dare un senso a ciò che si sta vivendo. Condizione che se non soddisfatta, altrimenti, rischia di continuare ad essere incomprensibile e quindi angosciante.
La bugia, in altre parole, spesso soddisfa un bisogno primario, ossia elementare, di conoscenza. Funge da segnavia nel momento in cui l’indirizzo del cammino abituale parrebbe essere smarrito. È governo dell’incertezza, poiché quest’ultimo, se lasciato a sé, è ciò che più ingenera angoscia, panico, se non terrore. Quanto meno, smarrimento. Una condizione peggiore della morte medesima. Non sappiamo cosa farcene della libertà se a essa non si accompagna la calcolabilità della nostra vita quotidiana. Quindi, prendiamo atto del riscontro – ci piaccia o meno – che la menzogna ha una sua funzione sociale. Non è solo prevedibile sottrazione di verità e giustizia ma anche compensazione, ancorché illusoria, rispetto ad un presente altrimenti triste e demotivante, poiché privo di prospettive. La falsificazione, così come la negazione, la rimozione e cos’altro, rispondono alla domanda della creatura offesa, che non riesce a darsi ragioni di ciò che gli si sta precipitando addosso, a costo di trovare un capro espiatorio, un totem contro il quale scagliare le sue maledizioni.
La prevedibilità del mondo in cui vivevamo — continua Vercelli — non ci è più garantita. Abitudini e sicurezze sono state cancellate o almeno messe in dubbio. Attraversiamo una condizione di emergenza.
È emergenza ciò che letteralmente «viene fuori», si manifesta dopo essere rimasto celato, occultato nel tempo. Le nozioni di vero e falso, in casi come questi, vengono sottoposte a durissime torsioni. Poiché la nostra percezione di ciò che è veridico e di quanto possa essere menzognero, è strettamente correlata alla prevedibilità del nostro orizzonte esistenziale. Non importa cosa sia vero e cosa sia falso ma quel che è verosimile, tale poiché applicabile ai quadri della vita quotidiana.
L’emergenza ci espropria di questa condizione. Disordinando la percezione della nostra stessa esistenza, che deve ricollocarsi in un contesto completamente diverso, dove i punti di riferimento sono radicalmente mutati.
Il mondo in cui viviamo ci è indecrifrabile. Le false notizie, che negano la complessità di questo mondo che non capiamo più, ci offrono un orizzonte di certezze.
Marc Bloch aveva già evidenziato la funzionalità della falsa notizia al prosieguo medesimo della guerra. Non come strumento di manipolazione bensì come nuovo orizzonte di certezze, ancorché del tutto destituite di fondamento. Così dicendo, si interrogava sul bisogno di credere in qualcosa e, soprattutto, in qualcuno, poiché nell’emergenza la richiesta – vi si sta assistendo anche in questi giorni – è di ripristinare quella protezione che parrebbe altrimenti essere completamente saltata.
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La scienza negata. Il caso italiano
Codice Edizioni, 20/12/2010
Abstract: La negazione della scienza come rifiuto dell'inedito, come paura del sovvertimento di un ordine, come crisi di valori: un pregiudizio che viene da lontano e che si è radicato in maniera più o meno forte in diverse epoche e in diverse società. L'Italia più di altri paesi continua su questa strada di "rivolta della ragione", di strenua e ottusa resistenza. Con "La scienza negata" lo storico della scienza Enrico Bellone riprende il racconto di questo rifiuto scavando nelle sue cause e nelle sue conseguenze, analizzando il ruolo non secondario che schiere di intellettuali, moralisti, religiosi e politici hanno avuto nel presentare un quadro della conoscenza deformato e pericoloso.
Come imparare a riconoscere il falso in rete
Editrice Bibliografica, 24/03/2017
Abstract: Internet ci consente – in teoria – di ottenere tutto ciò di cui abbiamo bisogno per soddisfare rapidamente i nostri bisogni informativi. Tuttavia il web pone sempre più un problema di controllo della qualità e, poiché il falso si nasconde dietro i meccanismi di produzione, di trasmissione e di ricezione dell'informazione, è indispensabile comprenderli bene per utilizzare le fonti in modo critico, corretto e creativo.
La guerra e le false notizie. Ricordi (1914-1915) e riflessioni (1921)
Fazi Editore, 18/09/2014
Abstract: Agosto 1914. All'indomani della dichiarazione di guerra della Germania alla Francia, Marc Bloch lascia Parigi per raggiungere il fronte. Ufficiale di fanteria, condivide con i suoi compagni la dura quotidianità della vita di trincea, il caos degli scontri a fuoco con il nemico, la paura della morte sempre in agguato, il dolore per le tante perdite. Di quegli anni terribili, da cui uscirà con la consapevolezza del proprio mestiere di storico, ci darà nei Ricordi di guerra 1914-1915 un resoconto appassionante e pervaso da una sobria umanità, scegliendo di raccontare solo ciò che ha visto e vissuto di persona e proprio per questo rendendo la sua una testimonianza generale.Questa esperienza individuale sarà in seguito ripensata da Bloch nelle Riflessioni. Lo storico studia la guerra come "un immenso esperimento di psicologia sociale" e, partendo dagli stati d'animo collettivi che consentono ai pregiudizi di trasformare una cattiva percezione in leggenda, analizza la formazione e la diffusione delle false notizie che hanno circolato nelle trincee. Imbocca così una strada di ricerca che impronterà tutta la sua opera, costituendo una corrente d'indagine che darà vita a una feconda scuola di pensiero che è ancora oggi di grande attualità."Lo storico che più di ogni altro ha trasformato la storiografia in una scienza moderna".Jacques Le Goff, "Le Monde""Insieme a Lucien Febvre, Marc Bloch ha dato vita a una vera rivoluzione epistemologica e scientifica nel campo della storia"."Le Figaro""Bloch, storico francese tra i più originali del Novecento… non ha avuto esitazioni nel risolvere la contraddizione tra gli studi e l'azione che nei secoli ha tormentato generazioni di intellettuali"."Corriere della Sera""Un uomo complesso, coraggioso e brillante, il cui impatto sulla storiografia del ventesimo secolo è forse senza eguali"."The Journal of Modern History"
Immunitas. Protezione e negazione della vita
Einaudi, 14/04/2015
Abstract: Mai come in questo momento, connotato da una minaccia sempre piú pressante e diffusa, la richiesta di immunizzazione sembra caratterizzare tutti gli aspetti della nostra esistenza. Quanto piú si sente esposta al rischio di infiltrazione e di contagio da parte di elementi estranei, tanto piú la vita dell'individuo e della società si chiude all'interno dei propri confini protettivi. Tuttavia, questa opzione immunitaria ha un prezzo assai alto: come il corpo individuale, anche quello collettivo può essere 'vaccinato' dal male che lo insidia soltanto attraverso la sua immissione preventiva e controllata. Ciò vuol dire che, per sfuggire alla presa della morte, la vita è costretta a incorporarne il principio. A sacrificare la 'forma' del vivente alla sua semplice sopravvivenza biologica. Ormai questo meccanismo dialettico tra conservazione e negazione della vita sembra pervenuto a un punto limite: al di là del quale si apre la drammatica alternativa tra un esito autodistruttivo e una possibilità ancora inedita che ha al centro un nuovo pensiero della comunità. In questo libro che intreccia il lessico giuridico e politico con quello teologico, antropologico e biologico, Roberto Esposito, già autore di Communitas, un saggio che ha profondamente influenzato il dibattito contemporaneo, indica un modo nuovo di fare filosofia come pratica radicalmente mondana.
Politica e negazione. Per una filosofia affermativa
Einaudi, 30/01/2018
Abstract: Assistiamo da tempo a una serie di fenomeni distruttivi che fanno pensare a un ritorno in grande del negativo sullo scenario mondiale. In realtà, contrariamente alle illusioni di coloro che ne avevano ipotizzato l'esaurimento, esso non ha mai smesso di segnare la nostra esperienza, esponendola alla sfida della scissione e del contrasto. Questa consapevolezza va assunta, ed elaborata, anche da un pensiero intenzionalmente affermativo. Che, se veramente tale, non deve negare, o rimuovere, la negazione, ma ripensarla radicalmente nelle figure positive della differenza, della determinazione e dell'opposizione.
L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani
Feltrinelli Editore, 18/10/2010
Abstract: Il nichilismo che è la negazione di ogni valore è anche quello che Nietzsche chiama "il più inquietante fra tutti gli ospiti". Siamo nel mondo della tecnica e la tecnica non tende a uno scopo, non produce senso, non svela verità. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo, identità, libertà, senso, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si è nutrita l'età pretecnologica. Chi più sconta la sostanziale assenza di futuro che modella l'età della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell'esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona. I giovani rischiano di vivere parcheggiati nella terra di nessuno dove la famiglia e la scuola non "lavorano" più, dove il tempo è vuoto e non esiste più un "noi" motivazionale. Le forme di consistenza finiscono con il sovrapporsi ai "riti della crudeltà" o della violenza (gli stadi, le corse in moto ecc.).C'è una via d'uscita? Si può mettere alla porta l'ospite inquietante? Nell'ultimo capitolo, Il segreto della giovinezza, Galimberti lascia pensare che disvelare ai giovani la loro "pienezza", la loro "espansività" sia il primo passo per ricondurre a verità il salmo 127: "Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza"..
Liberi di crederci. Informazione, internet e post-verità
Codice Edizioni, 19/04/2018
Abstract: La verità è un concetto labile e sfuggente che coesiste con un essere umano emotivo e imperfetto, limitato nelle sue capacità conoscitive. L'avvento di internet, e soprattutto dei social network, ha facilitato l'accesso a una grande massa di informazioni senza mediazioni, e ha generato l'illusione che questa porta d'ingressoconducesse alla conoscenza, fino ad allora prerogativa delle élite. La rete però sta tradendo le aspettative di molti, producendo, più che un'intelligenza, una disinformazione pericolosa (e spesso strumentalizzata) e una grave radicalizzazione nell'opinione pubblica. Così, a colpi di paradossi e cortocircuiti, il World EconomicForum nel 2013 ha inserito la disinformazione nella lista delle minacce globali, molte delle quali (da Trump alla Brexit, fino ai movimenti antivaccinisti) sembrano oggiaver preso forma; e secondo l'autorevole Oxford Dictionary, "post-truth" è diventata la parola del 2016.
La fine del dibattito pubblico. Come la retorica sta distruggendo la lingua della democrazia
Feltrinelli Editore, 16/03/2017
Abstract: La lingua dei mezzi d'informazione e della politica è ancora in grado di far funzionare la democrazia?L'amministratore delegato del "New York Times", ed ex direttore generale della Bbc, ha una risposta.Un libro necessario per capire come salvare la nostra società dal populismo e dall'antipolitica.
Il negazionismo. Storia di una menzogna
Laterza, 14/01/2016
Abstract: È un paradosso della storia con risvolti tragici: non c'è evento più documentato della Shoah – tra diari, lettere, fotografie, documenti – e allo stesso tempo non c'è evento più negato. Claudio Vercelli ricostruisce la storia del negazionismo, un fenomeno che riaffiora ora nel dibattito pubblico sia per la sua recrudescenza tra i più giovani, sia per responsabilità del radicalismo islamico, forte della saldatura antisemita tra destra neonazista e sinistra estrema. Un libro da far leggere soprattutto ai ragazzi, i più esposti alle insidie di quella che viene oggi definita 'architettura del depistaggio'. Simonetta Fiori, "la Repubblica"Vercelli analizza con precisione chirurgica i singoli aspetti del negazionismo, ne studia la nascita, le diramazioni nel tempo e nello spazio, giungendo a delineare un disegno comune alla base delle sue multiformi anime. Un fenomeno che non è, come spesso si pensa, lo stravagante esercizio di un piccolo gruppo di eccentrici, ma uno degli specchi deformanti della nostra contemporaneità. Elena Fallo, "L'Indice"La ricostruzione del tortuoso percorso del negazionismo e dei suoi tratti identitari in un saggio esemplare per l'ampiezza e la lucidità d'analisi. Valerio Castronovo, "Il Sole 24 Ore"