Illustrazione di Aykut Aydogdu |
Nel momento in cui finisce la simbiosi comincia il conflitto, il distacco traumatico dagli esseri che ci hanno dato la vita e da cui sentiamo di doverci liberare. Ma la nostra identità è fatta anche di queste presenze inevitabili e imperiture. I nostri genitori sono parte di noi e la relazione che abbiamo con loro ha bisogno di un enorme lavoro di rielaborazione prima di dirsi (ma lo sarà mai?) equilibrata. Essi sono stati giusti e sbagliati allo stesso tempo; hanno tentato di fare il meglio ma, in molti casi non è stato abbastanza. La loro assenza, quanto una presenza soffocante, crea il contesto perfetto per nevrosi che ci accompagneranno per sempre. Indaghiamo questo incessante lavorìo interiore, fatto di tentativi e fallimenti, attraverso le opere di alcuni scrittori contemporanei, che ripercorrono questi conflitti sul filo dell'autobiografia.
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KADER ABDOLAH SCRITTURA CUNEIFORME Iperborea 2003. Ismail, esule politico iraniano rifugiato in Olanda, riceve un giorno un misterioso taccuino, scritto in strani caratteri incomprensibili. È il quaderno che suo padre Aga Akbar, riparatore di tappeti sordomuto e analfabeta, portava sempre con sé. Peregrinando tra le montagne innevate al confine tra Iran e URSS, nei villaggi dove si tessevano tappeti volanti e i santi aspettavano il Messia leggendo libri in fondo ai pozzi. Aga Akbar registrava i suoi pensieri nell'unica scrittura che conosceva, i caratteri cuneiformi copiati da un'iscrizione rupestre. Ismail, che di suo padre era stato “la bocca e le orecchie”, si pone il compito di tradurlo, per perdonarsi di averlo abbandonato e riconciliarsi con il proprio destino.
ISABEL ALLENDE PAULA Feltrinelli 1995. Paula, nata nel 1963, è una ragazza felice, innamorata di suo marito, vive a Madrid, lavora. Una vita semplice, che non ha niente in comune con quella della madre Isabel. Improvvisamente Paula si ammala di una malattia rarissima, la porfiria: ha imboccato una strada di non ritorno. Isabel lascia San Francisco, dove vive, per correre da lei. Mentre i medici studiano ogni cura per salvarla, Isabel prova con l'unico mezzo che ha a disposizione: usa la scrittura per distrarre la morte, la magia della parola per evocare e chiamare a raduno, attorno a Paula, tutti i componenti della numerosa e bizzarra famiglia perché, insieme ai ricordi, formino una catena umana che trattenga Paula alla vita.
GIUSEPPE BERTO IL MALE OSCURO Rizzoli 2012. Il protagonista de Il male oscuro è un intellettuale di provincia che, in seguito alla morte del padre avvenuta per tumore, entra in una fase di depressione acuta. Il pensiero del padre morto diviene il suo assillo principale, ma anche l’innesco di un’ossessione più ampia che riguarda i due diversi ambienti in cui il male può attecchire: il corpo, sottoposto alla minaccia fantasma del cancro; e la psiche, insidiata da nevrosi di ogni genere. I due mali di cui soffre (o di cui crede di soffrire) arrivano a fondersi in uno solo, e trovano sfogo in un violento disturbo psicosomatico che lo conduce in sala operatoria, da cui poi uscirà senza che nulla gli venga riscontrato. La scrittura del libro diventa allora un procedimento di indagine su se stesso.
ALINA BRONSKY I PIATTI PIÙ PICCANTI DELLA CUCINA TATARA e/o 2012. Un'indimenticabile cattivissima nonna, al suo fianco la fragile figlia Sulfia e la nipote Aminat, energica e indomabile come la nonna, ma positiva e capace infine di punirla. Qual è il fascino di questo romanzo che accompagna le tre donne dalla Russia sovietica all'ordinatissima Germania del benessere? La forza e l'energia del male? La fragile bellezza del bene? "Chiunque sia rimasto un po' bambino non può che amarli: i cattivi, come i bambini, si sentono al centro del mondo e non lo temono. La protagonista di questo romanzo della Bronsky è così: crede sempre di agire per il meglio degli altri, e delle altre, figlia e nipote. E invece le strumentalizza, le manipola, non si ferma davanti a nessuna nefandezza. Mette la propria smisurata energia al servizio solo di se stessa e del suo interesse.
CARLA CERATI LA CATTIVA FIGLIA Frassinelli 1997. La cattiva figlia del titolo è l'io narrante di questo romanzo sul difficile rapporto tra una donna alle soglie della maturità e la madre ottantenne. L'obiettivo dell'autrice mette a fuoco conflitti, rancori, nodi irrisolti che si stemperano quando la figlia spinge la madre a raccontarle la propria vita, nel tentativo di avvicinarsi finalmente a lei, di comprenderla e, forse, di rivalutarla. La narrazione si svolge su diversi piani che si intersecano e si sovrappongono, permettendo al lettore di vedere le due protagoniste da angolazioni differenti e punti di vista contrastanti.
DONATELLA DI PIETRANTONIO MIA MADRE È UN FIUME Elliot 2011. Il racconto di un amore tra madre e figlia andato storto da subito. Un romanzo potente e vitale, in cui le vicende personali si uniscono alla storia corale di un'Italia contadina, ritratta dagli anni di guerra fino ai nostri giorni. Quando Esperia mostra i segni di una malattia che le toglie la memoria, è tempo per la figlia di prendersi cura di lei e aiutarla a ricostruire un'identità smarrita. Inizia così, giorno dopo giorno, il racconto di un passato dal quale riaffiorano ricordi dolcissimi e crudeli, riprendono vita le figure dei familiari e degli abitanti della piccola comunità montana che le ha viste nascere e crescere entrambe. È il racconto di una lenta metamorfosi dei sentimenti in un indissolubile legame madre-figlia che oscilla tra amore e odio, nostalgia e rifiuto.
ANNIE ERNAUX IL POSTO L'orma 2014. La storia di un uomo - prima contadino, poi operaio, infine gestore di un bar-drogheria in una città della provincia normanna - raccontata con precisione chirurgica, senza compatimenti né miserabilismi, dalla figlia scrittrice. La storia di una donna che si affranca con dolorosa tenerezza dalle proprie origini e scrive dei suoi genitori alla ricerca di un ormai impossibile linguaggio comune. Una scrittura tesissima, priva di cedimenti, di una raffinata semplicità capace di rendere ogni singola parola affilata come un coltello. Il posto è un romanzo autobiografico che riesce, quasi miracolosamente, nell'intento più ambizioso e nobile della letteratura: quello di far assurgere l'esperienza individuale a una dimensione universale, che parla a tutti noi di tutti noi.
JONATHAN SAFRAN FOER MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO Guanda 2007. A New York un ragazzino riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare: "C'è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo". È l'11 settembre 2001. Tra le cose del padre scomparso il ragazzo trova una busta col nome Black e una chiave: a questi due elementi si aggrappa per riallacciare il rapporto troncato e per compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggio nella città alla ricerca del misterioso signor Black: un itinerario ricco di incontri che lo porterà a dare finalmente risposta all'enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi. E sarà soprattutto l'incontro col nonno a fargli ritrovare un mondo di affetti e a riaprirlo alla vita.
INOUE YASUSHI RICORDI DI MIA MADRE Adelphi 2010. "Mia madre dava l'impressione di essere un meccanismo rotto. Non era malata, ma una parte di lei aveva ceduto... Le parti integre e quelle compromesse si mischiavano di continuo ed era arduo distinguerle". Così leggiamo in questi Ricordi di mia madre, in cui Inoue cela, con pudore, il suo lato più intimo e dolente. Inoue ci offre, con quest'opera in tre tempi, pagine fra le più intense che abbia mai scritto, dove riesce a trovare la misura perfetta, con una delicatezza di tratto che nulla concede all'effusione sentimentale, per raccontare un lento congedo, raffigurare angosce primordiali ed evocare immagini che si incidono nella memoria. Come quella dell'anziana donna che - con una lampadina tascabile in mano - vaga di notte nella casa del figlio, senza che sia possibile sapere se ora, nella sua mente, lei è la madre alla disperata ricerca del bambino perduto o la bambina smarrita in cerca della mamma.
KARL OVE KNAUSGÅRD LA MORTE DEL PADRE Feltrinelli 2014. "Per molti anni avevo cercato di scrivere di mio padre, ma senza riuscirci, sicuramente perché tutto questo era troppo vicino alla mia vita e quindi non era facile costringerlo in un'altra forma, che invece costituisce il presupposto base della letteratura. È la sua unica legge: tutto deve piegarsi alla forma. Ecco perché gli scrittori che posseggono uno stile marcato scrivono spesso libri deboli. Ecco perché quegli autori che si occupano di argomenti e temi forti scrivono libri deboli. La potenza insita nel tema e nello stile deve essere spezzata affinché possa nascere la letteratura. È questa demolizione che viene definita 'scrivere'. Lo scrivere riguarda più il distruggere che il creare".
EDOUARD LUOIS CHI HA UCCISO MIO PADRE Bompiani 2019. In questo bruciante pamphlet che coniuga il tono letterario della sua scrittura con la vampa dell’intervento, l’autore torna a casa, cerca di riavvicinarsi al padre, comprende quanto la sua rabbia sia annidata in un’ignoranza indotta dalla realtà in cui è cresciuto, dalle politiche sociali francesi, e condanna con parole roventi chi ha negato a quest’uomo la possibilità di diventare altro. Chi ha ucciso mio padre è un atto d’amore e di denuncia che travalica i confini geografici e sociali. Un pamphlet sul legame difficile, forse impossibile, con un padre che ti resping e non ti capisce e le ragioni profonde di quell’essere respinto e non capito.
VALERIO MAGRELLI GEOLOGIA DI UN PADRE Einaudi 2013. Diviso in 83 capitoli (numero che corrisponde agli anni vissuti dal protagonista), il libro scava fra ricordi e storia patria, mentre la biografia sfuma nella paleontologia, se non nella geologia. L'enigmaticità di questo iroso antieroe, e insieme la sua lontananza, suggeriscono infatti una possibile identificazione con i resti umani di origine preistorica trovati in Ciociaria, a Pofi, suo paese d'origine. Cosi narrando, Magrelli, orfano ad honorem e padre a sua volta, procrastina il congedo definitivo grazie al racconto, e non desiste, ma si maschera, fugge, scegliendo la digressione per scendere ancora più in profondità nella vita del capostipite, e mostrarne, oltre alle virtù, anche quei difetti che lo rendevano un vecchio esacerbato e vulnerabile.
THOMAS MANN TONIO KRÖGER Einaudi 1993. Tonio, rampollo alto borghese di una famiglia di commercianti di Lubecca a causa delle inclinazioni artistiche, alla morte del padre chiude l’attività di famiglia per diventare scrittore. Ma non è una scelta, è uno stato esistenziale che Tonio non può ignorare, pur amando la bellezza e la “naturalezza” della vita cui, in nome dell’arte, deve rinunciare. Il contrasto fra arte-malattia da un lato e borghesia-normalità dall'altro - matrice della poetica di Thomas Mann - si manifesta nel silenzioso idillio con Ingeborg Holm e nell'incompresa amicizia per Hans Hansen: le due figure che costituiranno per sempre i limiti della solitudine e della gelosia di Tonio. Questo difficile equilibrio viene vissuto con drammatica inquietudine tra Lubecca, dove il giovane scrittore è nato e si è formato, e Monaco, dove diventerà celebre, senza sedare del tutto le proprie angosce.
DACIA MARAINI LA NAVE PER KOBE: DIARI GIAPPONESI DI MIA MADRE Rizzoli 2001. Per la prima volta la scrittrice Dacia Maraini si sofferma a raccontarci del suo legame con la madre svelando aspetti della storia di famiglia ancora inediti e soprattutto interrogando gli anni di permanenza in Giappone prima e all'inizio della seconda guerra mondiale. Aiutata nel ricordo da alcuni diari tenuti in quegli anni dalla madre, la scrittrice ricostruisce in forma di racconto il suo rapporto con la madre, un rapporto solo apparentemente distratto dalla seduttiva bellezza del padre, ma nel tempo solidificatosi nel riconoscimento della sua forza coraggiosa e generosa.
MARGARET MAZZANTINI NON TI MUOVERE Mondadori 2001. Una giornata di pioggia e di uccelli che sporcano le strade, una ragazza di quindici anni che scivola e cade dal motorino. Una corsa in ambulanza verso l'ospedale. Lo stesso dove il padre lavora come chirurgo. È lui che racconta l'accerchiamento terribile e minuzioso del destino. Il padre in attesa parla a sua figlia Angela, parla a se stesso. Rivela un segreto doloroso, che sembrava sbiadito dal tempo, e che invece torna vivido, lancinante di luoghi, di odori, di oscuri richiami. Con precisione chirurgica Timoteo rivela ora alla figlia gli scompensi della sua vita, del suo cuore, in un viaggio all'indietro nelle stazioni interiori di una passione amorosa che lo ha trascinato lontano dalla propria identità borghese, verso un altro se stesso.
ELSA MORANTE ARACOELI Einaudi 1989. «Mia madre era andalusa. Per caso, i suoi genitori portavano, di nascita, l'uno e l'altra, il medesimo cognome Muñoz: cosí che lei, secondo l'uso spagnolo, portava il doppio cognome Muñoz Muñoz. Di suo nome di battesimo, si chiamava Aracoeli». Cosí ha inizio questo romanzo, in cui Manuele, quarantenne fallito e omosessuale infelice, rimpiange l'infanzia paradisiaca vissuta in simbiosi con la madre Aracoeli, una selvaggia ragazza andalusa sposata a un ufficiale della marina italiana. Per Manuele la fine dell'infanzia si configura come una cacciata senza colpa dall'Eden e il suo ricordo è prigione e sventura, poiché la madre, colpita da un morbo misterioso, è morta oltraggiando gli affetti famigliari con una furia demenziale e lussuriosa.
JEAN NATHAN VITA SEGRETA DELLA BAMBOLA SOLITARIA: ALLA RICERCA DI DARE WRIGHT e/o 2019. La giornalista Jean Nathan si mette sulle tracce dell'autrice di "The lonely doll", ricostruendone la storia attraverso lettere, diari, vecchie foto e i racconti delle persone che l'hanno conosciuta. Ricompone così il mosaico di una vita al tempo stesso affascinante e terribile. La vicenda di Dare - donna di straordinaria bellezza e fragilità estrema - attraversa l'intero Novecento, incrociando o sfiorando i destini di grandi personaggi. Ma la sua è soprattutto la storia di una tormentata solitudine e del coraggioso, e tragico, tentativo di sconfiggerla attraverso risorse sconfinate e potentissime: l'immaginazione e la ricerca incessante di un'infanzia perduta.
IRÈNE NÉMIROVSKY IL BALLO Adelphi 2005. La quattordicenne Antoinette decide di gettare nella Senna tutti gli inviti che la madre, volgare e arcigna parvenue, ha stilato per il ballo destinato a segnare il suo ingresso nella brillante società parigina. È una vendetta, che la ragazza consuma nei confronti della madre. In poche pagine, con una scrittura scarna ed essenziale, l'autrice riesce a raccontare un dramma dell'amore, del risentimento e dell'ambizione. Irène Némirovsky, nata a Kiev nel 1903, èmorta ad Auschwitz nel 1942.
AMÉLIE NOTHOMB COLPISCI IL TUO CUORE Voland 2018. Marie è una bellissima diciannovenne che gode a suscitare l’invidia delle sue coetanee. Quando va in sposa a un giovane benestante, non si rassegna alla nascita di Diane, l’incantevole figlia che attira su di sé l’attenzione di tutti, come non si rassegna a una vita che sembra deludere le sue aspettative. Amélie Nothomb torna a regalarci un romanzo crudele, mettendo a nudo con precisione millimetrica i meccanismi più distruttivi dell’animo umano. Colpisci il tuo cuore è la storia di un amore assoluto. L’amore di una figlia per la madre, la sua ricerca di tenerezza, di conferme. Non è però il racconto di una crisi familiare. Invidia, gelosia, rabbia, rancore si muovono all’interno del testo come personaggi silenziosi in grado di farci sussultare a ogni cambio di pagina.
MIKA NOUSIAINEN ALLA RADICE: UN ROMANZO GENEALOGICO-ODONTOIATRCO Iperborea 2019. Solo il cognome, Kirnuvaara, sembra accomunare Pekka, vittima di un cronico mal di denti, e il suo nuovo dentista Esko. Pekka è uno spigliato, sensibile e moderno copywriter di mezz'età che non ha mai superato l'abbandono da parte del padre e che ora, con il fallimento del suo matrimonio e una disputa in corso sull'affidamento dei figli, vede infrangersi il suo ideale di famiglia perfetta. Esko, che ha quasi sessant'anni, ha invece preso spunto dai freddi genitori adottivi per elevare l'odontoiatria a filosofia di vita e praticare l'anestesia anche su emozioni e sentimenti. Ma con lo scavo nelle radici dentali di Pekka emergono ben altre, e condivise, radici: dietro lo stesso cognome, si scopre, c'è lo stesso padre. Dopo qualche trapanatura e le prime inevitabili, buffe incomprensioni, la corazza di Esko s'incrina e l'improbabile coppia di fratelli si mette sulle poche tracce che ha di lui, sperando di trovare una buona ragione per una doppia negazione d'amore paterno.
HELGA SCHNEIDER LASCIAMI ANDARE, MADRE Adelphi 2004. "Dopo ventisette anni oggi ti rivedo, madre, e mi domando se nel frattempo tu abbia capito quanto male hai fatto ai tuoi figli". In una stanza d'albergo di Vienna, alle sei di un piovoso mattino, Helga Schneider ricorda quella madre che nel 1943 ha abbandonato due bambini per seguire la sua vocazione e adempiere quella che considerava la sua missione: essere a tempo pieno una SS e lavorare nei campi di concentramento del Führer. Che cosa spinge Helga, oggi, a incontrare questa vecchia estranea che è sua madre? La curiosità? La speranza che si sia pentita? O qualcosa di più oscuro e inquietante? «Verso di lei provo un rancore tenace, ma temo di non avere ancora rinunciato a trovare in lei qualcosa che si salva».
MICHELE SERRA GLI SDRAIATI Feltrinelli 2013. Loro sono riconoscibilissimi - ma chi li ha visti crescere teme sempre che possano essere stati sostituiti. Inquietanti o inquieti? Loro passano gran parte del tempo in una posizione orizzontale che non è necessariamente quella del sonno. Ma certamente dormono quando gran parte del mondo è sveglia. Loro sono gli adolescenti, anzi i figli adolescenti. Così se li immagina Michele Serra: sdraiati. Gli sdraiati fanno paura, fanno tenerezza, fanno incazzare. Eppure se interrogati a volte sorprendono per intelligenza, buon senso, pertinenza. E allora? Bisogna raccontarli, guardarli, spiarli. Cosa che Michele Serra fa con l'ansia del padre, con lo spirito del moralista, con l'acutezza del comico. Gli sdraiati è un romanzo, un saggio, un'avventura.
ISRAEL JOSHUA SINGER LA FAMIGLIA KARNOWSKI Adelphi 2013. Un grandioso affresco familiare, attraverso tre generazioni e tre paesi - Polonia, Germania e America. La saga dei Karnowski comincia con David, il capostipite, il quale all'alba del Novecento lascia lo shtetl polacco in cui è nato, ai suoi occhi emblema dell'oscurantismo, per dirigersi alla volta di Berlino, forte del suo tedesco impeccabile e ispirato dal principio secondo il quale bisogna essere ebrei in casa e uomini in strada. Il figlio Georg, divenuto un apprezzato medico e sposato a una gentile, incarnerà il vertice del percorso di integrazione e ascesa sociale dei Karnowski - percorso che imboccherà però la fatale parabola discendente con il nipote: lacerato dal disprezzo di sé, Jegor, capovolgendo il razzismo nazista in cui è cresciuto, porterà alle estreme conseguenze, in una New York straniante e nemica, la contraddizione che innerva l'intera storia familiare.
AMY TAN LA FIGLIA DELL'AGGIUSTAOSSA Feltrinelli 2002. LuLing e Ruth sono madre e figlia. Ruth è cinese solo nelle fattezze, la sua professione, la lingua, il modo di interpretare la realtà sono quelli di un'americana di oggi. LuLing ha più di settant'anni. Pur avendo vissuto per mezzo secolo negli Stati Uniti, è profondamente legata alla terra d'origine. LuLing vive sola, si mantiene con un povero sussidio e comincia a mostrare i segni del morbo di Alzheimer. Colpita da questa circostanza, Ruth decide di far tradurre dal cinese un manoscritto che, anni prima, la madre le aveva affidato pregandola di leggerlo, per avvicinarsi al suo passato. Ruth scopre che il suo bisnonno era un aggiustaossa e apprende segreti familiari inimmaginabili.
NADIA TERRANOVA ADDIO FANTASMI Einaudi 2018. Ida è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l'ha richiamata in vista della ristrutturazione dell'appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l'ha segnata quando era solo una ragazzina. Ventitre anni prima suo padre è scomparso. Sulla mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un'identità fondata sull'anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme. Specchiandosi nell'assenza del corpo paterno, Ida è diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto verso ogni forma di desiderio. Ma ora che la casa d'infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.
KATERINA TUCKOVA L'EREDITÀ DELLE DEE: UNA MISTERIOSA STORIA DAI CARPAZI BIANCHI Keller 2017. Sulle montagne dei Carpazi, nella comunità di Itkova, vive da sempre una stirpe di donne dotate di poteri eccezionali. Guaritrici, preveggenti, tramandano la loro arte di madre in figlia e vengono chiamate "dee". Dora Idesova è l'ultima di questa discendenza, ma non ha ereditato nessuna arte. Rimasta orfana è passata alle cure di zia Surmena fino a quando anche quest'ultima scompare dietro le mura di una clinica psichiatrica. Dora finisce così in collegio, cresce, studia etnografia e trova lavoro presso l'Accademia delle Scienze di Brno. Quando negli anni Novanta vengono resi pubblici gli archivi della polizia segreta, Dora - che nel frattempo sta scrivendo un saggio riguardante le "dee" - inizia le sue ricerche e si imbatte nel dossier sulla zia.
YAN LIANKE PENSANDO A MIO PADRE Nottetempo 2013. Un contadino della remota provincia cinese del Henan lavora testardamente una terra avara, con la forza, la determinazione e la fatica dettate da una promessa fatta a se stesso: costruire una grande casa col tetto di tegole per i suoi figli. Yan Lianke ci racconta con parole scabre come le pietre di un campo da dissodare la storia di suo padre, della sua famiglia, della sua infanzia povera e delle aspirazioni alla fuga verso un futuro piú aperto. Ma, soprattutto, ci racconta la nostalgia per un padre compreso troppo tardi, le cose non dette, le azioni mancate, insieme alla ricerca delle parole giuste che possano restituire, seppure in ritardo, il calore e la durezza della vita di una persona amata. Pervaso di grazia e di forza, questo libro è un tributo alle radici, alla terra, alla lotta per la sopravvivenza, alla memoria.
BANANA YOSHIMOTO A PROPOSITO DI LEI Feltrinelli 2013. Yumiko e Shoichi sono due cugini, figli di sorelle gemelle. Pur essendo stati molto legati da bambini, per anni non si sono più frequentati. Si ritrovano quando Shoichi, eseguendo le ultime volontà della madre, va a trovare Yumiko, rimasta orfana di entrambi i genitori, per prendersi cura di lei. La donna soffre di gravi amnesie che le impediscono di ricordare il passato. La sua vita trascorre in solitudine, sospesa in una specie di limbo separato dalla realtà. Shoichi, con affetto e pazienza, riesce gradualmente a risvegliare i suoi ricordi, compresi quelli legati ad alcuni drammatici eventi. Yumiko rivive infatti un terribile trauma subìto da bambina, fino a quel momento rimosso. Ecco allora che la nebbia si dirada e il passato le appare per la prima volta chiaro. Ma la discesa agli inferi della memoria non è ancora finita: un'altra rivelazione, ancora più sconvolgente, attende Yumiko.