Trovati 29 documenti.
L'esplosione del 4 agosto 2020 ha scaraventato il Libano in un nuovo stato di emergenza. Dopo una storia di guerre civili mai veramente risolte la popolazione esprime la sua rabbia con manifestazioni contro il regime. Ma dove nasce l'instabilità politica di questo stato e, soprattutto, la difficoltà di conciliare anime diverse nella costruzione dell'identità nazionale libanese?
Seguiamo le storie di emigrazione e ritorni di tre grandi narratori libanesi contemporanei per tentare di comprendere la storia recente di un popolo che deve trovare la forza di reagire e ricostruire la propria capitale materiale e identitaria.
- I disorientati, di Amin Maalouf
- Pioggia di giugno, di Jabbour Douaihy
- Lettere da una straniera, di Hoda Barakat
Per uno sguardo più ampio sulla narrativa libanese vedi la bibliografia qui sotto.
Trovati 29 documenti.
La sposa ribelle / Hanan Al-Shaykh ; traduzione dall'arabo di Ashraf Hassan e Serena Tolino
Milano : Piemme, 2010
Abstract: Kamila ha solo undici anni quando, con l'inganno, la sua famiglia la promette in sposa al cognato rimasto vedovo, di diciotto anni più vecchio. Sogna ancora di poter andare a scuola come gli altri bambini, anziché lavorare e occuparsi delle più umili faccende domestiche. Sogna il grande amore, come le protagoniste dei film romantici che vede di nascosto nei cinema di Beirut. E lo incontra davvero, l'unico amore della sua vita: Muhammad, un giovane colto e premuroso, che sembra proprio l'eroe di un film, le recita poesie e apprezza la sua curiosità e la sua esuberanza. Tuttavia, compiuti quattordici anni, il destino di Kamila si compie. Per quanto gridi e si dimeni, si strappi il vestito bianco e si cosparga il viso di fuliggine, non può sottrarsi a quel matrimonio da tempo combinato. Ma con la stessa ostinazione con cui si è sempre ribellata a chi la considerava una bestia da soma solo perché nata povera, ora non si piega alle tradizioni che la vogliono completamente sottomessa perché nata donna. Dando scandalo, continua a incontrare in segreto Muhammad. Finché, sfidando la famiglia e la morale, chiede e ottiene il divorzio. Una decisione straziante, che le costerà il distacco dalle figlie: uno strappo che tenterà per tutta la vita di ricucire. Il ritratto affascinante di una donna che con coraggio e tenacia ha ribaltato un destino di sottomissione. Il toccante atto d'amore di una figlia che, dando voce alla madre che l'ha abbandonata, si riconcilia con la sua memoria.
Milano : Romanzo Bompiani, 2008
Narratori stranieri
Abstract: Hakawati. Il cantore di storie di Rabih Alameddine è un caso letterario: sia perché l'autore, giordano, di origine libanese apre una finestra su un mondo problematico; sia perché, mantenendo un alto livello di qualità letteraria, Alameddine, al suo terzo romanzo, riesce a mettere a confronto l'arte dello storytelling di tradizione araba con la cultura americana che il protagonista e l'autore hanno assorbito per molti anni. Nel romanzo, il protagonista, Osama al-Kharrat, lascia nel 2003 gli Stati Uniti, dove vive da tempo, per recarsi al capezzale del padre a Beirut. E se scopre la sua città natale irrimediabilmente cambiata, trova invece intatti gli affetti famigliari e il modo di comunicarli attraverso le storie. Cantastorie di professione era infatti il nonno di Osama, e le avventure del suo arrivo in Libano dalla Turchia si mescolano a quelle dei principi delle Crociate come pure ai pettegolezzi della vita di tutti i giorni.
Io, la divina / Rabih Alameddine ; traduzione di Licia Vighi
[Milano] : Romanzo Bompiani, 2015
Romanzo Bompiani - Narratori stranieri
La traduttrice / Rabih Alameddine ; traduzione di Licia Vighi
Milano : Romanzo Bompiani, 2013
Narratori stranieri
Abstract: Dopo Il cantore di storie con questo nuovo romanzo Rabih Alameddine ci trasporta in Libano, a Beirut, e, all'inizio, in un vecchio appartamento della città. È qui che incontriamo Aaliya, una donna di settantadue anni, i capelli tinti di blu, una traduzione da iniziare, forse, e una storia da raccontare. Aaliya ci parla della sua vita: anni e anni dedicati a leggere i capolavori della letteratura mondiale per poi tradurli, in silenzio, per puro amore, senza che alcuna traduzione veda mai la luce della pubblicazione; mentre per le vie della città cadevano bombe e si udivano gli echi di una guerra capace di trasformare giovani pacifici in spie e assassini. Una guerra che ha costretto una donna sola come lei, di professione libraia, appassionata di libri, a dormire con un fucile accanto al letto per difendersi da attacchi improvvisi. Una guerra che ha costretto Aaliya a rimandare l'appuntamento con l'amore. Siamo ciò che leggiamo, disse un saggio, e Aaliya è questo: una creatura meravigliosa, fatta di carta, eppure viva, piena di umorismo, che si nasconde da tutto e tutti dentro una vecchia giacca di lana e dietro la letteratura, cercando nei libri l'amore che la sua famiglia non è stata in grado di darle.
La nave di Teseo, 12/06/2019
Abstract: In viaggio dal mondo arabo verso l'occidente, per trovare asilo e un nuovo inizio: uomini e donne che incrociano i loro destini per fuggire dal passato e si scontrano con l'illusione del futuro, la possibilità del fallimento. Corriere di notte ha la forma di un romanzo epistolare atipico e struggente che raccoglie l'ultima lettera scritta da ciascun personaggio: un clandestino albanese scrive alla donna amata, un'amante aspetta il suo uomo in una camera d'albergo, un ex carceriere in fuga si rivolge alla sua famiglia, una donna racconta al fratello che la loro madre è morta, un giovane omosessuale si dichiara al padre. Queste confessioni, disperate e appassionanti, sono il tentativo di tenere insieme i pezzi di una storia corale e identitaria, che racconta delle contraddizioni della società araba, della violenza sfaccettata, del potere, della fuga, del miraggio condiviso di un luogo in cui è ancora possibile vivere. Ecco che, proprio sul punto di perdersi, le lettere incontrano un'improvvisa deviazione nel loro cammino, un destino inatteso in cui l'urgenza della parola riuscirà a risuonare anche nel paesaggio sordo e chiassoso di un mondo in dissoluzione, dove tutto potrebbe crollare eppure non cessa di chiamare forte la vita, l'amore."Le voci vibrano di passione lirica." Livres Hebdo"Originale e potente." Mediapart"Una scrittrice immensa." Transfuge"Un genio." Le Monde
Lettere da una straniera / Hoda Barakat ; traduzione di Samuela Pagani
Milano : Ponte alle Grazie, 2006
Abstract: Nel 1989 la guerra civile che ha insanguinato il Libano per tre lustri entra nel suo ultimo anno. Tra gli emigranti che lasciano il paese martoriato in cerca di un futuro c'è anche la giovane Hoda Barakat. A distanza di anni, ricostruitasi con la famiglia una nuova vita a Parigi, la scrittrice affida a una serie di articoli pubblicati sul giornale arabo aI-Hayat tra il 2001 e il 2002 dei piccoli squarci sulla propria vita in esilio. Emergono così i difficili rapporti con gli altri espatriati, segnati dall'imbarazzo e dalla vergogna per un paese che non ha saputo scegliere La pace; e insieme l'attaccamento tenace al filo dei ricordi, affollati dai volti e dalle voci di un passato in cui era ancora possibile vivere all'ombra dei cedri. Ma dietro a questa visione dolorosamente gravata dall'incapacità di riconciliarsi con la Storia, Hoda Barakat lascia filtrare, come un germoglio di redenzione, il legame intimo e originario che la unisce alla madre e alla figlia, in una continua riscoperta del proprio saldo radicamento nel popolo e nella cultura libanese. Da una delle più importanti voci letterarie in lingua araba, una serie di struggenti reportage spirituali che cantano i ricordi, i rimpianti e le speranze di un'esule, lontana da una patria amata e detestata, ormai perduta per sempre tra le macerie della guerra.
L' uomo che arava le acque / Hoda Barakat ; traduzione dall'arabo di Samuela Pagani
Milano, [2003]
Abstract: Niqula è il discendente di ricchi commercianti di tessuti libanesi. Nel centro di una Beirut distrutta dalla guerra civile egli si nasconde nel sotterraneo miracolosamente sopravvissuto ai carri armati, in cui suo padre teneva in deposito le stoffe preziose. Indifferente all'eco dei vicini combattimenti, Niqula dorme avvolto in tessuti sontuosi. Tra le rovine già invase dalla vegetazione egli vive esperienze allucinatorie, dove la sua vicenda privata si intreccia con quella della città. Niqula ricorda la sua infanzia: la struggente figura del padre, commerciante filosofo, la madre ossessiva, maritomane e infedele, della quale assecondava i capricci. Dolorosa è anche la nostalgia per Shamsa.
Malati d'amore / Hoda Barakat ; traduzione dall'arabo e postfazione di Samuela Pagani
Roma : Jouvence, 1997
Narratori arabi contemporanei ; 16
Abstract: "Malati d'amore" (il cui titolo originale, se tradotto letteralmente, suonerebbe pressappoco "la gente della passione" ma non restituirebbe affatto le appassionate e appassionanti implicazioni psicologiche che tali parole provocano nell'immaginario di un lettore arabofono) narra la storia di un uomo e del suo amore totale e totalizzante per una donna. Attraverso la voce del protagonista, Hoda Barakat - quarantacinquenne scrittrice libanese che da otto anni vive a Parigi - ricostruisce, partendo dalla fine, il dramma di un amore talmente forte da condurre alla morte fisica uno dei protagonisti e all'internamento in un ospedale psichiatrico l'altro. "Malati d'amore" è un libro totalmente arabo ma, al contempo, difficilmente collocabile in una dimensione completamente araba. È arabo nel suo sfondo, la guerra civile che ha insanguinato il Libano e le cui ferite non cessano di suppurare ancor oggi. È arabo nell'accezione data alla dimensione temporale, spazio in cui ore e giorni scorrono lenti e senza frenesie di sorta. È araba anche l'attenzione, costante, data ai particolari più che al quadro complessivo. È arabo nel suo dipingere la pazzia non come malattia da disprezzare e temere, quanto come potenzialità aggiuntiva dell'essere umano. È arabo nel suo paradossale ondeggiare tra apologia della passione amorosa e pragmatica accettazione dell'unione uomo-donna in quanto contratto commerciale. È arabo, infine, nel suo essere portavoce di un universo maschile in cui la presenza femminile è solo presupposto di maschili sentimenti. Non è arabo poiché il Libano potrebbe essere la Jugoslavia (o il Burundi, o l'Irlanda) e nulla cambierebbe nella trama o nel sentito dei personaggi. non è arabo poiché la quasi maniacale attenzione alle infinite sfumature della mente umana in preda all'assenza e al dolore denota una completa accettazione del concetto di individualità, cifra poco consona alla ragione araba. Non è arabo poiché le sottili arti amorose sono studiate e vivisezionate con una cura mai dimentica del substrato culturale da cui scaturiscono. Non è arabo, infine, poiché, sebbene narrato in prima persona maschile, è un libro femminile nel senso pieno del termine. Hoda Barakat, nel suo dichiarato intento di essere osservatore esterno degli avvenimenti, riesce magistralmente a fondere nell'io narrante l'essenza maschile che si alimenta soprattutto di "non detto", di supina attesa di riconoscimento, e il suo opposto, la connaturata attenzione per il diverso insita nell'universo delle donne. Nel seguire la forza "malata" dei suoi sentimenti, il protagonista viene a trovarsi escluso dalla "comunità dei maschi" e ripropone, nel privato, quanto già emerso durante gli anni della guerra civile: "Gli uomini che si sono rifiutati di scegliere da che parte stare hanno visto mettere in dubbio la loro virilità. Cosa c'è di peggio per un uomo orientale?". Eppure, a dispetto dei costi, appartenere a pieno titolo alla "gente della passione" e dalla passione lasciarsi trascinare fino alle estreme conseguenze sembra essere, per l'autrice, una condizione esistenziale invidiabile e improrogabile
Ya salam! / Najwa Barakat ; traduzione dall'arabo (Libano) di Stefania Lo Sardo
Milano : Epoché, [2007]
Cauri ; 14
Pioggia di giugno / Jabbour Douaihy ; traduzione di Elisabetta Bartuli
Milano : Feltrinelli, 2010
I narratori
Abstract: Pioggia di giugno non è soltanto la storia di un uomo, Elia, che, ai nostri giorni, torna nel suo paese arroccato in cima alla montagna libanese per indagare sui motivi che lo hanno costretto, vent'anni prima, a partire per gli Stati Uniti. Né soltanto la storia di sua madre, Kamleh, che in quel paesello ha consumato tutta la propria vita. Non è nemmeno soltanto la storia della faida tra due famiglie maronite che hanno condiviso un territorio angusto pur essendo separate da ataviche rivalità. Né soltanto la storia di un fatto di sangue avvenuto nel 1957, episodio che può considerarsi prodromo e paradigma della guerra civile che ha insanguinato il Libano dal 1975 al 1990. Pioggia di giugno è anche una profonda indagine sulle cause e sugli effetti di ogni scontro fratricida, una ferma denuncia dei danni del comunitarismo esasperato, una messa alla berlina delle velleità delle appartenenze identitarie, un'amara constatazione dell'impossibilità di rimanere neutrali. In una carrellata, a tratti scanzonata, di individui strattonati tra la propria pochezza e qualche slancio di grandezza, Pioggia di giugno ci fa riflettere sulle fragilità delle ideologie, sulla caducità delle arroganze, sulle infinite varianti della resistenza degli umili e, per finire, anche sull'egoismo dell'amore.
San Giorgio guardava altrove / Jabbour Douaihy ; traduzione di Elisabetta Bartuli ; con Hamza Bahri
Milano : Feltrinelli, 2012
Narratori Feltrinelli
Abstract: Di nuovo sulle sue montagne ma anche a Tripoli e a Beirut, Jabbour Douaihy narra in questo romanzo la storia di Nizam, nato in una famiglia sunnita di Tripoli, seconda città del Libano, e allevato in un paesino di villeggiatura montana, Haoura, da un’abbiente famiglia maronita che gli darà il proprio nome e la propria religione. Ventenne, a Beirut, frequenta la gioventù rivoluzionaria sessantottina. È qui che lo sorprende lo scoppio della guerra civile. Ed è qui che affronta la sua duplice appartenenza, musulmana e cristiana, di cui lui non si è mai crucciato ma che nessuno, nelle due comunità, ha mai accettato. Nell’epilogo, tragico e al contempo demenziale, Nizam diventa metafora di un paese diviso dalla follia identitaria dei suoi abitanti. Il tema dell’identità, delineato con originalità ed emozione, i personaggi, lo stile narrativo fluido e trasparente, ingentilito da descrizioni della natura molto poetiche, visionario nella follia e nella solitudine del protagonista, fanno di San Giorgio guardava altrove un romanzo davvero intenso e attuale che descrive il dramma di un uomo nato musulmano, cresciuto cristiano, e che da adulto non sa chi è, in un paese dove questa libertà non esiste.
Quando l'amore chiama, seguilo / Khalil Gibran ; a cura di Hafez Haidar
Milano : Piemme, 2010
Piemme Bestseller ; 166
Abstract: "Se l'amore bussa, apri la porta del tuo cuore. Lascia che si manifesti nella passione di un'amante, nella perfezione del creato, nell'alito divino che eleva verso l'Eccelso." È questo il messaggio di Gibran, poeta che non impone all'amore alcuna regola, né costrizione, né limite... semplicemente lo riconosce, lo celebra, lo vive, in ogni manifestazione della vita. Questa raccolta, che presenta i suoi più toccanti brani d'amore, tutti tradotti direttamente dall'arabo, invita a navigare nello spazio dei sogni con le parole del grande profeta della pace, per ritrovare la vera essenza della vita: l'amore.
Come sigillo sul tuo cuore : le storie d'amore nella Bibbia e nel Corano / Hafez Haidar
Casale Monferrato : Piemme, 2006
Abstract: Nel 1219 San Francesco giunge in Oriente alla presenza del Sultano, che lo accoglie benevolmente. Durante il banchetto, tra i due si accende una sfida avvincente per mostrare la superiorità del proprio Dio, presentandone la grandezza attraverso le più belle storie d'amore raccontate dalla Bibbia e dal Corano: da Abramo e Sara a Maometto e Khadigia, da Isacco e Rebecca a Giacobbe e Rachele, da Davide e Betsabea a Sansone e Dalila, da Salomone e la regina di Saba a Saleh e sua moglie, da Giuseppe e Maria agli amanti del Cantico dei Cantici. Passione ed eros, tradimenti e avventure che alla fine mostrano come i due testi sacri, ispirati da fedi religiose così lontane e opposte tra loro, siano però fortemente accomunati dalla celebrazione dell'amore in ogni sua forma ed espressione.
Il custode del Corano / Hafez Haidar
2. ed
Casale Monferrato : Piemme, 2006
Abstract: La Mecca, VII sec. d. C. Alla scomparsa di Maometto, il califfo Omar è chiamato a raccogliere l'eredità spirituale del Profeta. Desideroso di conoscere meglio il proprio popolo, si avventura sotto mentite spoglie nel deserto, e si smarrisce. Salvato da un gruppo di giovani carovanieri, senza svelare la sua identità, ne conquista la benevolenza narrando la storia del Corano e la vita di Maometto. Un viaggio fantastico attraverso le avventure di profeti e re, principi e fanciulle, angeli e demoni che popolano il Corano, alla scoperta della vera storia del testo sacro dell'Islam.
Le donne che amavano Maometto / Hafez Haidar
Casale Monferrato : Piemme, 2007
Abstract: A'isha, l'ultima moglie del Profeta, ricorda gli anni trascorsi accanto allo sposo. E comincia un fantastico viaggio della memoria che la porta a ricordare tutte le donne che, in maniera diversa ma con la stessa forza e intensità, hanno amato Maometto. Dalla madre Amina, che lo lasciò orfano in tenera età, ad Halima, la balia che si prese cura di lui durante l'infanzia. Da Khadigia, che lo iniziò all'arte dell'amore, ad Hafsa, la figlia del califfo Omar. Da Maria, avvenente fanciulla cristiana, a Safyyah, donna ebrea colta e intelligente. Da Fatima, la figlia adorata, alla stessa A'isha, che lo sposò quando aveva solo nove anni, e a tutte le altre donne il cui cuore fu rapito dal Profeta. A partire dalle fonti della letteratura coranica e islamica del VII e VIII secolo, un viaggio nel mondo delle donne che hanno amato Maometto, tra amore, passione, intrighi e tradimenti.
La prediletta del profeta / Hafez Haidar
Milano : Piemme, 2010
Abstract: Fatima bint Muhammad, detta anche la Luminosa, fu la quarta figlia del profeta Maometto e di sua moglie Khadija bint Khuwaylid. Divenne moglie di Ali ibn Abi Talib, cugino di Maometto e quarto califfo ortodosso e primo imam per lo Sciismo. Fatima fu l'unica figlia di Maometto ad assicurargli una discendenza, grazie alla nascita di al-Hasan ibn Ali e al-Husayn ibn Ali. Per questo è da sempre ricordata come la prediletta. Non ricoprì ruoli pubblici, malgrado la sua parentela col Profeta e, anzi, la sua figura è ricordata come quella di una donna che subì vari torti. Uno di essi fu il progetto - poi scampato - per l'opposizione del padre Maometto di vedersi affiancare una seconda moglie da parte del marito Ali e quello poi di non vedersi riconoscere dal califfo Ab Bakr, intimo amico di suo padre, l'eredità costituita da alcune rendite di Khaybar e dell'intera oasi di Fadak. Alla pretesa di Fatima di avere quello che le spettava di diritto, Abu Bakr obiettò con una frase dello stesso Maometto che affermava che non vi era alcuna eredità lasciata dai profeti. Fatima si ammalò e morì di lì a poco, impersonificando in tal modo quei sentimenti di sofferenza e di rassegnazione che poi sono diventati in qualche misura uno dei tratti distintivi dello Sciismo. Con sua madre Khadija e Aisha, Fatima è ricordata come una delle figure femminili maggiormente importanti e rappresentative di tutta la storia islamica.
La porta del sole / Elias Khoury ; traduzione di Elisabetta Bartuli
Milano : Feltrinelli, 2014
Universale economica ; 8343
Abstract: "La porta del sole" è un romanzo che parla soprattutto d'amore. Nahìla, sposa bambina, è rimasta in Galilea e diventa cittadina israeliana. Suo marito Yùnis, mitico eroe della resistenza palestinese, vive da rifugiato nel campo profughi di Shatìla, in Libano, e passa clandestinamente il confine per incontrarsi con lei. Da queste brevi visite cadenzate nel corso degli anni nascono sette figli e un amore da leggenda. Khalìl, la voce narrante, restituisce le tappe della storia di Yùnis e Nahìla e aggiunge il racconto della propria vita, della sua passione per Shams la fedayin, dell'esistenza della sua generazione, nata nei campi profughi. Elias attorno a Khalìl e Yùnis, a Nahìla e Shams, tesse un fitto intreccio di minuscole storie individuali che, tutte insieme, ricostruiscono mezzo secolo di storia: dall'esodo forzato del 1948 alla stretta di mano di Washington (1993), passando per l'invasione israeliana del Libano e il massacro di Sabra e Shatìla del 1982. Sottolineando come la sopravvivenza sia la più alta forma di resistenza e abbandonando di conseguenza ogni retorica sulla mitologia dell'eroismo e del martirio, mette in scena i palestinesi in quanto individui e non intesi come causa.
Specchi rotti / Elias Khoury ; traduzione di Elisabetta Bartuli
Milano : Feltrinelli, 2014
Narratori
Abstract: Beirut, gennaio 1990, notte fonda. È il giorno del suo quarantesimo compleanno e Karim Shammas sta aspettando il taxi che lo porterà all'aeroporto a prendere il volo per tornare a Montpellier, dove vivono sua moglie e i suoi figli. Per la seconda volta, a distanza di più di un decennio, si lascerà alle spalle il Libano, Beirut, una società che in quindici anni di guerra civile ha perso tutti i suoi valori di riferimento. Karim Shammas celebra il suo compleanno da solo, in una città al buio, percorsa dalle raffiche di kalashnikov e dai colpi di mortaio a cui, di lì a pochi mesi, si imporrà di partorire la pace. Verrà a raggiungerlo, nella notte, almeno una delle donne che lo hanno accompagnato nei mesi beirutini? Verrà la giovane Ghazaleh, dalla sessualità dirompente? Verrà Muna, la borghese che non vuol sentire parole d'amore banali? Verrà Hind, la fidanzata di gioventù ora moglie di suo fratello? Quel che è certo è che verranno i ricordi. Verranno gli anni dorati dell'infanzia, verrà la sicurezza di un rapporto osmotico con il fratello quasi gemello, verrà l'afflato sessantottino della giovinezza, verrà il cameratismo della militanza. E verranno la paura, la fuga, il ritorno in un paese che non è più il suo paese, verrà la disillusione di chi, non solo in Libano, ha creduto nella giustizia sociale. Tornerà davvero a Montpellier, Karim Shammas?
Col fucile del console d'Inghilterra / Amin Maalouf ; traduzione di Egisto Volterrani
Milano : Bompiani, 1994
Le finestre
Abstract: Un narratore dei giorni nostri scopre il manoscritto di una Cronaca montanara, opera di un monaco vissuto all'inizio del secolo scorso in un villaggio albanese. Vi si racconta la storia mitica di un giovane, Tanios, della madre Lamia e dello sceicco Francis. Sullo sfondo un popolo di signori e servi, di banditi e amanti, tutti divisi da se stessi perché incapaci di resistere al richiamo delle antiche contrapposte culture alle quali essi appartengono. Questo romanzo mostra i caratteri sia dell'epopea civile che dell'idillio d'amore, secondo uno stile tipico della narrativa mediorientale.
Giardini di luce / Amin Maalouf
\Milano! : Tascabili Bompiani, 2001
Tascabili Bompiani ; 725
Abstract: Pittore rinomato, medico di fama e taumaturgo, Mani fu soprattutto il coraggioso apostolo di un messaggio ecumenico di fede e fratellanza fra i popoli. Oggi è un personaggio dimenticato dai più, anche se dietro le parole manicheo o manicheismo affiora il suo nome. Vissuto nella Mesopotamia del III sec. d.C., egli propose una visione del mondo così nuova e audace, così profondamente umanista da essere condannato per impostura ed eresia dai rappresentanti della religione e dell'impero. Muovendo dalle scarse notizie pervenuteci sulla vita e l'opera di Mani, Maalouf ricompone, in un vasto affresco storico e poetico, la vita del fondatore di una delle grandi religioni universali.