Dal 3 marzo al 26 maggio 2018 la trasmissione Pantheon di Rai Radio3 ha presentato i libri che incarnarono lo spirito del ‘68 e lo resero possibile. Ancora oggi da quei testi può essere colto il clima e lo spirito dell’epoca. In ogni puntata, il conduttore Lorenzo Pavolini parla di un libro con un ospite che lo ha scelto e proposto.
Le puntate di Pantheon sul Sessantotto possono essere riascoltate e scaricate dal sito della trasmissione.
Elvio Fachinelli, Il bambino dalle uova d’oro. Brevi scritti con testi di Freud, Reich, Benjamin e Rose Thé. 3. ed. - Milano: Feltrinelli, 1979. - 250 p.; 22 cm
“La rivoluzione, come il desiderio, è inevitabile e imprevenibile, e non finirà mai di sconvolgere i custodi del terreno dei bisogni”. L’originalità della figura di Elvio Fachinelli, secondo Lea Melandri, sta nell’aver intrecciato psicanalisi e politica in una ricerca che ha contrapposto fin dall’inizio prospettive impensate alla “tragica necessità del dualismo”, convinto che l’insubordinazione, la rottura pratica delle regole imposte fosse il cuore di ogni politica. La sua è una psicanalisi che interroga i nuovi paesaggi mentre sorgono all’orizzonte del ‘68 – come scrive nella prefazione a Il Bambino dalle uova d’oro – e si spinge oltre la segregazione del rapporto duale, cioè la contrapposizione individuo/società, natura/cultura e maschile/femminile, aggiungerà proprio Lea Melandri con il suo impegno nel movimento delle donne.
Gabriel García Márquez, Cent’anni di solitudine. Ed. speciale per Famiglia Cristiana. - [Alba]: San Paolo, stampa 1998. - X, 404 p.; 21 cm
Lorenzo Pavolini con Bruno Arpaia raccontano di come Cent’anni di solitudine, il romanzo fluviale di Gabriel Garcia Marquez, rivoluzionò tutti gli schemi letterari da quando fu pubblicato nel giugno del ‘67 a Buenos Aires e in Italia da Feltrinelli proprio nel maggio del ‘68. Se non altro era un romanzo - letto da masse di cittadini nel mondo - quando si diceva che per fare la rivoluzione occorresse studiare soprattutto i saggi. Invece fu vera rivoluzione l’invenzione di Macondo, con il suo tempo ‘curvo’, la relazione ‘barocca’ con la morte. Cent’anni di solitudine contribuì a fondare un’immagine del Sud America dove i movimenti tendevano a collocare le utopie che qui non riuscivano a realizzare, ma fece anche capire a molti militanti che conoscere la realtà, come diceva Marquez, non significa limitarsi a sapere il prezzo dei pomodori e delle uova.
Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine. L’influenza dei condizionamenti sociali nella formazione del ruolo femminile nei primi anni di vita. 13.ed. - Milano: Feltrinelli, 1994. - 195 p.; 18 cm
Dai “ragazzini” alle “bambine”. I primi due libri della nostra biblioteca insistono sulle potenzialità dell’infanzia e l’analisi dei condizionamenti che sono stati centrali alla cultura del Sessantotto. Dacia Maraini racconta l’impatto delle tesi frutto dell’esperienza sul campo della Gianini Belotti, secondo cui la tradizionale differenza di carattere tra maschio e femmina non è dovuta a fattori ‘innati’, bensì ai ‘condizionamenti culturali’ che l’individuo subisce nel corso del suo sviluppo, in un momento storico che per la prima volta metteva in discussione l’autorità dei padri.
Jack Kerouac, On the road. Milano: Mondadori, 2012. - 382 p.; 22 cn
Il romanzo che cambia il modo di vivere dei ragazzi di tutto il mondo esce nel ‘57 in Italia, a conferma di quanto il movimento venga da lontano - o almeno i suoi ‘eroi letterari’ - e scavalca ampiamente con la sua onda lunga, individualista e spirituale, le istanze più politiche e collettive degli studenti e degli operai in America e in Europa. Pino Corrias racconta cosa significò per una generazione mettersi in viaggio.
Malcom X, Autobiografia di Malcom X. 3. ed. - Milano: Rizzoli, 1992. - 513 p.; 23 cm
La storia di una conversione religiosa e politica che diventa uno dei libri più letti dai giovani di tutte le estrazioni che parteciparono alle loro prime proteste tra il 1965 (anno dell’assassinio di Malcolm X e anche della pubblicazione dell’Autobiografia) e il 1968. Una discesa all’inferno e resurrezione capace di rivoluzionare il pensiero di molti. Tra loro Sandro Portelli, che lo lesse ‘a caldo’ durante il suo primo viaggio negli Stati Uniti, che ci aiuta a smontare l’immagine ‘violenta’ del leader della Rivoluzione Nera, ci riporta al clima di speranza per il panafricanismo e ci fa sentire come il linguaggio della strada sia rimasto quello del grande oratore.
Herbert Marcuse, L’uomo a una dimensione. L’ideologia della società industriale avanzata. 12. ed. - Torino: G. Einaudi, stampa 1973. - 266 p.; 19 cm
“Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica nonlibertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno di progresso tecnico” con queste parole si apre il libro più citato dagli studenti del movimento studentesco, pamphlet del ‘gran rifiuto’ e dell’immaginazione al potere. Uno dei nostri più autorevoli filosofi, Carlo Sini, riflette sulle intuizioni di Marcuse e sul movimento culturale che fu l’ultimo a nascere nelle università e a comprendere la filosofia al centro dei linguaggi della politica e della società.
Lorenzo Milani, L’obbedienza non è più una virtù. Firenze: Libreria editrice fiorentina, 1996 – 82 p.; 22 cm
Due lettere, una memoria difensiva, un libro che ha tanti nomi ma rovescia una visione: “non posso dire che l’unico modo di osservare la legge è obbedirla”. La nascita della scrittura collettiva di Barbiana, la reazione dei ragazzi di Don Lorenzo Milani in difesa degli obiettori di coscienza, la questione del pacifismo e della responsabilità individuale alle porte del Sessantotto nell’esperienza del maestro Franco Lorenzoni.
Elsa Morante, Il mondo salvato dai ragazzini, in Opere 2; a cura di Carlo Cecchi e Cesare Garboli. Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1990. - 1681 p.; 18 cm
Con la sua descrizione poetica dei Felici Pochi, vittime note e ignote delle Storia che affrontano la vita con generosità e allegria, e degli Infelici Molti delle maggioranze silenziose, il libro di Elsa Morante è il documento poetico più alto del Sessantotto secondo Goffredo Fofi, che si è ‘goduto’il movimento girando l’Italia con il ruolo di commesso viaggiatore dei Quaderni Piacentini. Il mondo salvato dai ragazzini è un manifesto che invoca e prevede la rivolta dei giovani, la anticipa: “Io credo - dice Fofi - che il Sessantotto più vero sia stato prima dell’estate in cui è praticamente finito”.
Jean-Paul Sartre, L’idiota della famiglia. Gustave Flaubert dal 1821 al 1857. Milano: Il saggiatore, 1977. - 2 v. (1110 p. compless.); 21 cm
L’intellettuale simbolo del maggio parigino, che parlava di rivoluzione come contestazione globale e rivolta contro la cultura costituita e tutto quanto fosse istituzionalizzato già nel ‘60 con la sua “Critica alla ragione dialettica”, proprio in quei mesi del ‘68 comincia invece la stesura della sua ultima monumentale opera dedicata a Flaubert. In quanto intellettuale engagé classico, per di più ultrasessantenne, è di fatto accantonato dagli studenti e non riesce davvero a comunicare con loro, ma continua a lavorare di fatto, con questo suo libro che appare così distante dai temi della rivolta, contro l’istituzione “infernale” per eccellenza (la famiglia).
Leonardo Sciascia, Il contesto. Una parodia. Torino: Einaudi, 1971. - 122 p.; 20 cm
Sintesi a caldo e parodia della rivolta già avvenuta, il giallo metafisico di Leonardo Sciascia sorprende nella previsione del decennio successivo, tra compromesso storico, crisi dei gruppuscoli dell’estrema sinistra, potere della magistratura e azioni dei servizi segreti.
Mario Tronti, Operai e capitale. Torino: G. Einaudi, 1966. - 263 p.; 22 cm
Al di là dei miti letterari più o meno evanescenti, la spinta più autentica del movimento sta nel rinnovarsi della forza politica operaia. L’apice di un processo che nella personale periodizzazione di Massimo Cacciari, il quale partecipò accanto a Mario Tronti al lavoro politico in fabbrica e all’analisi sulle riviste come i Quaderni rossi e Classe operaia, dura già da quasi vent’anni quando raggiunge il suo apice tra il ‘68 e il ‘69. Le scelte e le divisioni, l’agibilità politica, gli errori di lettura, le interpretazioni sconclusionate della fase internazionale, la sottovalutazione delle capacità di reazione dell’avversario nella testimonianza di uno dei protagonisti di quella stagione.
Franco Basaglia (cur.), L’istituzione negata. Torino: Einaudi, (stampa 1970). - 385 p.; 19 cm
Il rovesciamento di una realtà drammatica e oppressiva come l’ospedale psichiatrico espressa concretamente negli appunti del gruppo di psichiatri che lavorarono con Franco Basaglia a Gorizia. Il libro che diffonde tra gli studenti l’utopia e la pratica di una rivoluzione medica e il conseguente allargamento della cittadinanza a soggetti da sempre esclusi. La piena riuscita della legge 180 e quanto possiamo considerarla figlia del Sessantotto nel racconto di Peppe Dell’Acqua, che ha partecipato da protagonista a l’esperienza di trasformazione e chiusura del manicomio di Trieste.