Il cavaliere inesistente, Italo Calvino - Perché mi ha insegnato che ironia e fantasia possono coesistere.
Il piccolo principe, Antoine de Saint-Exupéry - Perché mi ha fatto capire che anche gli adulti hanno bisogno dei racconti e che è possibile coniugare fantasia e filosofia.
Les voies du salut: un essai philosophique (Le vie della salvezza: un saggio filosofico), Denis Moreau - Perché mi ha aiutato a ridefinire i contorni di un cammino spirituale.
Furore, John Steinbeck - Perché mi ha ricordato che la realtà, pur essendo cruda, contiene dentro di sé la vita.
Robinson Crusoe, Daniel Defoe - Perché mi ha accompagnato in speciali momenti di solitudine, ricordandomi che non bisogna mai giudicare prima di leggere.
Radici, Alex Haley - Perché mi ha insegnato che la storia prima di tutto è vissuta.
Tifone, Joseph Conrad - Perché mi ha immerso nei suoi oceani.
Etica, Baruch Spinoza - Perché è sempre stata la mia guida, malgrado i tentennamenti e le (numerose) deviazioni.
Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Bruno Bettelheim - Perché mi ha insegnato che le fiabe contano più di ogni altra cosa nella via della saggezza.
De vita beata, Seneca - Perché mi ha indicato una via sicura per la felicità.
Diario di un curato di campagna, Georges Bernanos - Perché mi ha fatto riscoprire il misticismo.
Pensieri, Blaise Pascal - Perché mi ha ricordato la miseria e la grandezza dell’umano e la sua via di salvezza.
La casa degli spiriti, Isabel Allende - Perché mi ha accolto in universi lontani e mi ha trasmesso la passione per le saghe di famiglia.
Il Silmarillion, J. R. R. Tolkien - Perché ha alimentato la mia fantasia, facendomi viaggiare in un tempo al di là del tempo.
Il deserto dei tartari, Dino Buzzati - Perché mi ha insegnato il valore dell’assenza.
Monte Mario, Carlo Cassola - Perché mi ha emozionato a ogni riga, lasciando in me una traccia indelebile.
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Luis Sepúlveda - Perché mi ha affascinato e ha instillato in me la simpatia per i personaggi a lui simili. Inoltre perché mi fa pensare a una persona cara.
Il giocatore, Fëdor Dostoevskij - Perché mi ha fatto provare tutte le sensazioni collegate alla dipendenza e ha costituito un costante punto di riferimento per riflettere sull’angoscia e la speranza.
L’ombra del vento, Carlos Ruiz Zafón - Perché è l’unico romanzo che mi abbia fatto davvero paura.
Il Libro Rosso, C. G. Jung - Perché mi ha insegnato il valore di un particolare tipo di veglia.
Racconti, Anton Pavlovič Čechov - Perché mi ha insegnato che la vita è paradosso e che è dal paradosso che, spesso, nasce l’ironia.
Dare l’anima, Adriano Prosperi - Perché mi ha fatto cambiare idea in merito alla vita e al suo valore.
Ricordi, sogni, riflessioni, C. G. Jung - Perché mi ha restituito delle chiavi di lettura della soggettività e dell’alterità mai trovate prima.
Il gattopardo, Giuseppe Tommasi di Lampedusa - Perché mi ha cullato in un sogno di luci e decadenza.
Il giglio della valle, Honoré de Balzac - Perché è il romanzo più poetico che abbia mai letto in cui viene descritta una terra a me molto cara.
La mia famiglia e altri animali, Gerald Durrell - Perché da bambina mi ha ricordato l’amore che provo per gli animali, il sole e la Grecia.
La bussola d’oro, La lama sottile e Il cannocchiale d’ambra, Philip Pullman - Perché mi hanno fatto viaggiare con la fantasia e costituiscono ancora oggi una fonte di ispirazione filosofico-letteraria inesauribile.
Il lupo e il filosofo, Mark Rowlands - Perché mi ha fatto riflettere sull’ambiguità dell’umano.
Il postino di Neruda, Antonio Skármeta - Perché mi ha ricordato cosa significa l’amicizia.
Persuasione, Jane Austen - Perché mi ha mostrato una particolare sfaccettatura dell’amore.
Alice nel paese delle meraviglie, Lewis Carroll - Perché mi ha fatto comprendere il potere delle parole.
Diario 1941-1943, Etty Hillesum - Perché mi ha mostrato la sua finestra su Dio.
La condizione operaia, Simone Weil - Perché ha descritto la realtà senza scinderla dall’emozione.
Il muro, J. P. Sartre - Perché mi ha profondamente emozionato e mi ha lasciato diverse domande a cui non so ancora dare una risposta.
Lo straniero, Albert Camus - Perchè mi ha ricordato il potere e il valore del silenzio.
Valeria Castagnini
Laureata in Filosofia presso l'Università di Verona e di Nantes, Valeria Castagnini insegna Storia e Filosofia presso le scuole superiori di Verona. È membro dell’associazione "Filò. Il filo del pensiero"; collabora con l'Università degli Studi di Milano e con l’Università di Bologna. Nel 2021 ha pubblicato una raccolta di racconti intitolata "La principessina spettinata e altri racconti" presso Gian Giacomo Della Porta Editore (Torino) e nel 2022 un romanzo dal titolo “Era Laura” presso il Gruppo Albatros Il Filo (Roma).
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[Illustrazione di Lisa Aisato, tratta da Vita. Uno spettacolo straordinario (Rizzoli, 2020).]