Una specie di demonio si aggira dunque per la città, invisibile, e sta forse preparandosi a nuovo sangue. L’altra sera noi eravamo a tavola per il pranzo quando poche case più in là una donna ancora giovane massacrava con una spranga di ferro la rivale e i suoi tre figlioletti. Non si udì un grido. Negli appartamenti vicini continuavano, fra tintinnio di posate e stanchi dialoghi, i pranzi familiari come nulla fosse successo, e poi le luci ad una ad una si spensero, solo rimase accesa nel cortile quell’unica finestra al primo piano, e i ritardatari, passando, pensarono che lassù forse un bambino era ammalato, o una mamma era rimasta alzata tardi a lavorare, o altra scena, dietro quei vetri, di notturna intimità domestica; e invece là tutto era silenzioso e immobile; orribilmente fermi come pietre i quattro corpi di cui il più piccolo seduto sul seggiolone con la testa piegata da una parte come per un sonno improvviso, e fermo oramai anche il sangue i cui rigagnoli, simili a polipi immondi, lucevano sempre meno ai riflessi della lampadina di 25 candele, facendosi sempre più neri. Così la città intera vegliò, inconsapevole, sulla mamma “e sui tre bambini morti senza sacramento, abbandonati sulle gelide piastrelle in tutta la loro corporale miseria, e fino a che non tornò il giorno e non suonarono le nove non ci fu a consolarli la pietà di nessuno.

(Dino Buzzati, "Rina Fort e l'eccidio di via San Gregorio", in "La nera di Dino Buzzati", Mondadori, 2014, ebook)

Cinquant'anni fa moriva Dino Buzzati (San Pellegrino di Belluno, 16 ottobre 1906 – Milano, 28 gennaio 1972), tra i più geniali e versatili autori del Novecento. Giornalista, scrittore, pittore, ma anche critico d'arte, drammaturgo, poeta, costumista, autore per l'infanzia. Dino Buzzati fu un autore poliedrico, di grande modernità.

Accanto a un grande numero di romanzi e racconti surreali e fantastici, per i quali è stato a più riprese definito il "Kafka italiano" e viene considerato, insieme a Italo Calvino, Tommaso Landolfi e Juan Rodolfo Wilcock uno dei più grandi scrittori fantastici del Novecento italiano, fu giornalista, cronista di "nera". Attraverso gli articoli pubblicati su Il Corriere della sera e Il Corriere dell'informazione dipinse straordinari affreschi d'epoca. Uno su tutti, il caso che nel 1946 scosse l'opinione pubblica italiana: Rina Fort e l'eccidio di via San Gregorio.


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