Trovati 6 documenti.
Andreï Makine, immortale. Lo scrittore è stato eletto all'Académie française, giovedì 3 marzo 2016, al primo turno, con 15 voti su 26 votanti. Succede ad Assia Djebar, morta nel 2015, alla poltrona n° 5. Makine è un uomo innamorato follemente della lingua francese, lui che, nato in Russia, a Krasnoïarsk (Siberia), nel 1957, è stato naturalizzato francese nel 1996. Il francese è la lingua di sua nonna, Charlotte, che gliela insegna e che gli trasmette l'amore per un paese e una letteratura alla quale egli dedicherà i suoi studi.
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Trovati 6 documenti.
La nave di Teseo, 10/03/2022
Abstract: Il narratore tredicenne vive in un orfanotrofio in Siberia durante i giorni del morente impero sovietico.A scuola, difende il nuovo arrivato, Vardan, dai bulli e lo accompagna a casa, in un quartiere malfamato e popolato da ex prigionieri, avventurieri e da una piccola comunità di famiglie armene, trasferitesi lì, a 5000 chilometri dal loro Caucaso natio, per stare vicini ai loro cari imprigionati nel carcere del paese.In questo "regno d'Armenia", come viene ironicamente chiamato, spiccano figure magnifiche: la madre di Vardan, Chamiram; sua sorella, Gulizar, bella come una principessa; Sarven, il vecchio saggio. Vardan però passa molto tempo a letto, a causa di una misteriosa malattia; ma con il suo amico coltiva un sogno: trovare il tesoro di un monastero abbattuto, che potrebbe far arricchire tutta la comunità e permetterle di abbandonare quel luogo inospitale. Quello che per loro è un gioco attira però l'attenzione delle autorità sovietiche e le conseguenze saranno gravi per tutti.Attraverso la storia di un'amicizia adolescenziale Andreï Makine svela, con un racconto classico e magnifico, un episodio indimenticabile della sua giovinezza.
La nave di Teseo, 16/11/2017
Abstract: Agli estremi confini orientali della Russia, dentro al vento del Pacifico, per terre immense che sembranosfuggite alla storia, Pavel Gartsev e i suoi compagni danno la caccia a un criminale dal volto sconosciuto.Pavel, nato e cresciuto nella Russia di Stalin, ha un passato di solitudine e abbandoni: rimasto orfano dabambino in circostanze che non conosce, ha vissuto, soldato ancora giovanissimo, tutta la violenza dellaseconda guerra mondiale. Rientrato a casa, Pavel si iscrive all'università, conosce Sveta, sogna diiniziare con lei una vita normale, ma all'addensarsi della guerra fredda è richiamato in servizio nell'estdel paese e gli viene assegnato il compito di dare la caccia, insieme ad altri soldati, a un uomo evasoda un campo di prigionia. Per molti giorni i cinque, accompagnati da un cane, seguono per l'infinitadistesa della taiga le tracce dell'uomo; la preda è astuta, più volte si fa gioco dei suoi inseguitori,costringendoli a un vagare disperato ed esaltante. Quando i suoi compagni vengono feriti, Pavel decidedi continuare la caccia da solo, ma non sa ancora che la vera identità del fuggitivo, una volta scoperta, saràcapace di sconvolgere la sua vita. Un corpo a corpo ai confini del mondo e del tempo fraun soldato sfinito e sua preda misteriosa, un'esaltante esplorazione geografica e sentimentale: la palpitanteavventura di una lunga caccia all'uomo mentre all'orizzonte sorge un arcipelago, dove forse un'altravita, nell'eterna fragilità dell'amore, sarà possibile.
Einaudi, 08/07/2014
Abstract: Nella profonda Russia, ai confini con la steppa siberiana, un'anziana signora, Charlotte, racconta al giovane nipote ossessionato dalla favolosa Atlantide la storia della sua avventurosa esistenza. Figlia di una famiglia francese trasferitasi in Russia nel 1903, poco dopo la visita dello Zar Nicola II a Parigi, Charlotte è una donna colta, intelligente, nostalgica che, attraverso aneddoti storici e privati e con l'aiuto di foto e giornali conservati in una vecchia valigia, rievoca un drammatico passato in cui la sua vicenda personale si intreccia indissolubilmente a quella della Russia, della rivoluzione e della guerra. Racconto dopo racconto quel nipote, figlio dell'era poststalinista, imparerà ad allontanarsi dalla misera realtà in cui vive e a convincersi che Atlantide esiste e che merita solo di essere conquistata. Il testamento francese ha vinto il Premio Goncourt e il Premio Médicis.
Einaudi, 13/05/2014
Abstract: Invece si trova a fare i conti con un passato che non passa: un passato di guerra, che ha prostrato i villaggi e consegnato una generazione di vecchie a morire in solitudine. E soprattutto incontra Vera, una maestra elementare che a quelle donne dedica la propria esistenza, strappandole alle loro case in rovina, seppellite sotto le nevi eterne della foresta. Questa donna silenziosa ed enigmatica, che ogni mattina si reca al solito incrocio di strade dove, fissata a un palo, l'aspetta una cassetta delle lettere immancabilmente vuota, è mossa da una ragione inscalfibile: la ragione dell'attesa. Sedotto da quest'attesa che non riesce a comprendere, il protagonista riuscirà a penetrare il segreto di Vera forse più di quanto avesse voluto, sostituendosi per un istante a colui che non tornerà. "Quella sera di settembre ho chiuso il taccuino e guardato la manciata di mirtilli freddi e marezzati che Vera aveva versato sul tavolo in mia assenza. Nel riquadro della finestra, sopra le creste nere della foresta, il cielo tratteneva un pallore lattiginoso che lasciava intuire, a qualche ora di cammino, la pacata presenza del mar Bianco, già in attesa dell'inverno. La casa di Vera si trovava all'inizio di un sentiero che, attraverso forteti e colline, conduceva al lago. Ho pensato alla solitudine di quella donna, alla sua calma, al suo corpo (molto fisicamente, ho immaginato quel corpo femminile avvolto da una coltre di tepore, sotto la coperta, in una limpida notte di gelo) e a un tratto ho capito che nessuna dialettica dell'anima avrebbe saputo dire il segreto di quella vita. Una vita di gran lunga troppo limpida e dolorosamente semplice rispetto alle mie dotte analisi".
Einaudi, 08/07/2014
Abstract: La pelle dei bianchi e quella dei neri, l'alternarsi di giorno e notte, di vita e morte, di albe ricche di promesse e di stragi senza fine in un romanzo profondamente umano. *** "La Russia potrà anche appartenere al passato di Makine, ma lo scrittore continua a trovare il modo di ricordarla e, attraverso la memoria, a scrivere romanzi di straordinaria profondità e bellezza". "The New York Times" *** L'esistenza del piccolo Elias Almeida è tutta racchiusa nell'"incavo caldo e morbido del gomito della madre": nel tepore in cui nasconde il volto e trova rifugio, scorre una vita diversa, lontana dalle tragedie che sconvolgono l'Angola nei primi anni Sessanta. Ma è un rifugio malsicuro e l'altra realtà non tarda a raggiungerlo: la madre, costretta a prostituirsi per mantenerlo, viene uccisa dai militari portoghesi, lui si aggrega alla resistenza anticoloniale, ritrova il padre combattente, incontra un Che Guevara deluso dai mancati progressi della rivoluzione in Africa; a Cuba impara a usare le armi, a Mosca conclude il suo apprendistato politico e militare, subisce diverse umiliazioni, scopre che l'uomo nuovo promesso da Lenin fatica ad emergere; ma soprattutto incontra Anna: nel gelo puro e cristallino di un villaggio siberiano, dove trascorrono insieme qualche giorno, Elias intravede "la luce dell'altra vita". Ma sarà solo un istante: la Storia, la Storia degli ultimi decenni del Ventesimo secolo con i suoi ideali, le sue speranze, le sue atroci illusioni lo chiama; e lui risponde, convinto com'è che la liberazione del suo paese porterà con sé anche l'emancipazione sociale e umana dei suoi connazionali, che la Rivoluzione debba implicare un rinnovamento profondo dell'uomo: a che serve, altrimenti, combattere? E quanto più - dall'Angola a Mogadiscio - la situazione si incancrenisce, tanto più Elias diventa una semplice rotella di un gigantesco e crudele ingranaggio, quanto più diventa difficile tenere fede agli ideali, tanto più intenso diventa il bisogno di ritrovare il calore dell'infanzia, i silenzi e l'umanità pura di quel villaggio siberiano.
Il libro dei brevi amori eterni
Einaudi, 08/05/2012
Abstract: L'amore e la Storia. L'amore, magari breve, che tuttavia lascia un'impronta indelebile nell'esistenza di chi lo vive; e la Storia, che procede senza concedere tregue e lasciare scampo, seminando torti e ingiustizie. Otto capitoli e otto momenti della vita di un uomo, dall'infanzia passata in un orfanotrofio russo negli anni Sessanta, all'età adulta, quando il sistema in cui inizialmente aveva creduto si dissolve. E in ciascuna di queste narrazioni è l'amore di o per una donna a risvegliare un frammento di coscienza: la giovane senza nome che sulle tribune per il corteo dell'anniversario della Rivoluzione d'ottobre piange sommessamente il compagno morto in un sottomarino, incrina la fiducia del giovane in quelle meticolose e vacue messinscena; Maja, la nipote della "donna che ha visto Lenin", gli svela la brutalità del leader bolscevico; Vika, che vive con la madre accanto alla fabbrica in cui il padre è costretto ai lavori forzati, gli apre gli occhi sul carattere repressivo del regime; Leonora, con la quale il narratore ormai adulto vede un film occidentale in cui la chiave di una camera d'albergo strappa gli applausi; Jorka, il compagno di giochi mutilato dall'esplosione di una granata, che coglie dei fragili bucaneve da regalare "a qualcuno" e pochi giorni dopo si avvia verso il bosco ancora disseminato di mine; Kira, che in un enorme e improduttivo frutteto si sforza di spiegare gli alti ideali dell'arte e della lotta al regime. E infine quella donna grassa e volgare, espressione al contempo della vecchia e della nuova Russia: in gioventú era stata il grande amore di Dmitrij Ress, il dissidente, il "poeta" che anche nei lunghi anni trascorsi in un gulag non smise mai di amarla. Amori spesso fugaci, talvolta gravidi di delusioni, ma non per questo meno appassionati. Sono tutto ciò che resterà di noi: resisteranno alla Storia e immancabilmente ci sopravviveranno nella memoria dell'altro. *** "Makine rievoca la propria infanzia e restituisce con grande sensibilità e senso dell'umorismo quegli istanti di grazia che rischiarano il buio di una vita quotidiana sinistra". "Le Monde"